Parliamo di benaltrismo o ci sono problemi più importanti?
Quante volte è capitato di prendere parte a una discussione e di vedere un interlocutore esordire con “Ci sono problemi più importanti”?
Quante volte, mentre si parlava di femminismo, o di parità di genere, o di accesso al lavoro, o di adozioni da parte di persone LGBT o di protezione di determinate minoranze, ci è stato risposto che i problemi sono altri?
In questi casi si tratta chiaramente di benaltrismo.
Il benaltrismo è infatti un espediente retorico che consiste nel sostenere che ci siano problemi più importanti di fronte a una problematica approfondita da qualcuno.
“Ben altri problemi a cui pensare” è proprio il mantra sul quale si fonda questo escamotage, che impedisce una sana e approfondita conversazione su una tematica precisa.
Ci si trova di fronte a un meccanismo tramite il quale lo scambio di opinioni si blocca, poiché si crea un muro invalicabile oltre il quale è inutile andare, e che risulta anche incredibilmente dispendioso di tempo e di energie. L’altro infatti non è per nulla interessato alle argomentazioni apposte, e soprattutto non è scosso dal problema del quale si parla in primis.
E il succo è proprio in ciò. Il benaltrista non ritiene che il problema trattato sia un problema. Non pensa che ci sia bisogno di cambiare un determinato fatto, poiché la situazione attuale gli va più che bene.
Per questo motivo cerca di sminuire il tema in questione indicandone un altro che ritiene maggiormente meritevole di considerazione.
Il suo punto di vista perciò – secondo il suo ragionamento – diventa punto d’osservazione generale, e cerca quindi di annullare quello altrui. Il tema del quale qualcun altro si fa carico è ai fatti superficiale ai suoi occhi e poco urgente rispetto a quello che per il benaltrista risulta di fondamentale importanza e che, spesso, è assolutamente scollegato dall’altro, non avendoci nulla a che fare.
Il suo tentativo è quindi quello di rendere banale tutta la questione sollevata dall’interlocutore, collegandola a qualcosa di soggettivamente più importante. Il benaltrismo prova quindi a togliere anche il microfono a chi si espone, provando a farlo sentire esagerato e dalle priorità sbagliate.
Alla base della problematica c’è una mancata presa di coscienza. E questa consiste nella consapevolezza che un problema non ne esclude un altro. Il fatto che una persona si esponga su una questione non implica che non possa farlo per un’altra ancora. E, ancor più, non implica che non possa farlo proprio il chiacchierone benaltrista.
Giovanna Iengo
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