Francesca La Mantia attraversa l’Italia per “narrare” la mafia ai bambini
Ardua e, allo stesso tempo, coraggiosa impresa quella di Francesca La Mantia che decide di attraversare tutta l’Italia in macchina per presentare il suo libro “La mia corsa. La mafia narrata ai bambini”
Quello di Francesca La Mantia è un curriculum corposo, intenso, che la vede scrittrice, sceneggiatrice, regista cinematografica e teatrale, nonché docente di latino e italiano. Attiva fin dal 2013, La Mantia ha collezionato sempre più successi, tanto in ambito cinematografico e teatrale, quanto nell’ambito della scrittura.
Il suo ultimo libro, “La mia corsa. La mafia narrata ai bambini”, con postfazione di don Luigi Ciotti e illustrazioni di Matteo Mancini, è stato pubblicato il 4 marzo 2021 e di nuovo il 19 marzo – in occasione della settimana della memoria del 21 marzo per ricordare le vittime delle mafie.
Secondo volume della collana “La storia narrata” curata da Gribaudo Feltrinelli, questo libro è un importante tentativo della scrittrice di far conoscere il fenomeno della mafia ai bambini. Narra la storia di Pietro, un bambino di nove anni, inizialmente convinto che la mafia non sia davvero una piaga sociale, mentre lo sono di sicuro le forze dell’ordine che limitano e infastidiscono i cittadini nelle loro attività.
Pietro è un bimbo che ha bisogno di avere paura, del tipo di paura dalla quale può scaturire il coraggio della scelta, del dubbio artefice della libertà dal malaffare, dalle connivenze. Più di tutto, Pietro è un bambino che impara a ricordare la storia. Quando entrerà a stretto contatto con la Squadra Mobile di Palermo, infatti, capirà davvero cosa vuol dire combattere contro la mafia, quanto essa sia sbagliata e quanto fondamentale sarà il “Rapporto dei 162”, scritto in gran parte da Ninni Cassarà – vicequestore e vicecapo della Squadra Mobile –, nell’ambito del celeberrimo Maxiprocesso. Solo allora Pietro capirà cosa vuol dire essere coraggiosi.
Il libro, pur essendo ancora giovane, ha già riscosso un certo successo tant’è che è consigliato dal Miur proprio per spiegare il fenomeno delle mafie nelle scuole. Con le illustrazioni di Matteo Mancini, il libro si presta, infatti, ad una lettura più scorrevole da parte dei bambini che hanno possibilità di venire a conoscenza di un fenomeno complicato attraverso modalità leggere adatte a loro.
Con questo libro, inoltre, La Mantia ha avuto occasione di incontrare migliaia di bambini in Dad. Ma l’intento educativo dell’autrice non si ferma qui: tra luglio e agosto 2021, infatti, La Mantia ha deciso di attraversare l’Italia in macchina, approdando in quasi tutte le regioni, per presentare il suo libro nelle piazze.
È grazie a quest’occasione che l’autrice, il 30 agosto, si è fermata a Piano di Sorrento per presentare il suo libro. L’evento è stato sentito come necessario dalla professoressa Carmen Sicignano – responsabile del progetto di educazione civica “Le Radici del Futuro” del Liceo Publio Virgilio Marone di Meta e da anni attenta alla formazione della coscienza civica dei ragazzi –, che ha trovato la disponibilità dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco, Dott. Vincenzo Iaccarino e dall’Assessore alla cultura, al turismo e allo spettacolo, Dott. Carmela Cilento.
Hanno inoltre partecipato attivamente con letture di brani del libro, spunti e riflessioni gli alunni Arianna Testa, Domitilla Mascolo e Giuseppe Miccio. Il tutto è stato organizzato in collaborazione con la Proloco e la Consulta delle attività sociali e dell’istruzione del comune carottese attraverso la professoressa Miriam Perfetto e l’Informagiovani.
L’autrice, in riferimento all’evento di ieri, ha affermato: «La serata della presentazione del libro, ieri ci ha permesso di ricondurre, come in un filo rosso, la presenza della mafia dal mancato Risorgimento del Meridione fino alla Trattativa e ai processi […] sull’attentato a Borsellino, nella consapevolezza che solo la coscienza storica di un popolo può portarci consapevolmente alle urne, con le idee chiare, e può farci scardinare i principi cardine dell’atteggiamento mafioso che individuiamo non solo al di fuori di noi ma anche dentro la nostra testa, nel nostro modo di fare.»
«È solamente conoscendo la storia e rivendicando il giusto che si può e si deve guardare a un futuro diverso, un futuro che sia equo, che sia sostenibile, che sia per tutti, dove ogni favore, ogni clientelismo non esista, affinché siamo consapevoli dei nostri diritti ma soprattutto dei nostri doveri»
Ad una domanda di un bambino su quale fosse la fonte di ispirazione per questo racconto, l’autrice ha risposto: «L’amicizia». Ha voluto sottolineare così i rapporti d’amicizia tra i giovani poliziotti presenti all’interno della Squadra, priva di un “capo” autoritario come avrebbe voluto essere Pietro.
Prendendo spunto da un’altra domanda, l’autrice e la professoressa Sicignano hanno parlato della scomparsa dell’agenda rossa del giudice Paolo Borsellino, icona della “Trattativa Stato-Mafia” e sulla sua non svelata verità, nascosta nei palazzi del potere.
La professoressa Sicignano ha ricordato, in particolare, il pensiero espresso da Salvatore Borsellino, fratello del compianto magistrato, dinanzi ad un’attenta platea di studenti del liceo metese, nel febbraio scorso, nell’ambito di un incontro progettuale da remoto, sull’assenza grave, dopo circa trent’anni dalla strage di via d’Amelio, di “pentiti di Stato”, ma anche di quanto sia grande la sua fiducia nei giovani e come eredità del fratello Paolo, affinché sentano e facciano sentire il profumo di libertà per il trionfo di verità e giustizia.
Quello di La Mantia è un importantissimo e necessario tentativo di far conoscere anche ai bambini un fenomeno che troppo spesso viene lasciato da parte nel lungo percorso dell’istruzione, spesso e volentieri perché molti docenti, non a torto, non se la sentono di addentrarsi in acque tanto torbide e pericolose. Ci pensa Francesca La Mantia, allora, a diffondere conoscenza e consapevolezza, studiando e trovando i modi giusti per adattare un tale tema complesso alla mente innocente e malleabile dei bambini.
Forse, in questo modo, grazie alla sua azione, anche nelle scuole si diffonderà maggiore consapevolezza e si adotteranno metodi semplici per educare i bambini su temi complessi, che si tratti di mafia o di qualsiasi altro tema sociale.
Anna Illiano