Eco-ansia, ho paura del cambiamento climatico
L’American Psychological Association (APA) ha definito l’eco-ansia come “una paura cronica della rovina ambientale”.
È stato scientificamente provato che i giovani della Gen Z avvertono con maggiore timore i cambiamenti climatici e i disastri che da essi conseguono.
La nostra generazione, dunque, avrebbe sviluppato una particolare forma d’ansia legata proprio allo stress di dover migliorare le pessime condizioni ambientali in cui ci siamo ritrovati.
Scoprire che il mondo è sull’orlo del precipizio, ad uno stadio già avanzato del suo deperimento è stato traumatico: nessuno ci aveva preparati alla lotta per salvare la Terra.
Ci siamo rimboccati le maniche e ci stiamo dando da fare. Nel frattempo, però, le catastrofi aumentano e le calamità naturali imperversano in tutte le parti del pianeta, generando sempre più dubbi: come sarà il nostro futuro? Ce la faremo?
Il 64% dei giovani italiani ha dichiarato di essere profondamente preoccupato per gli sconvolgimenti climatici a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.
L’eco-ansia si definisce in due modi: paura per una catastrofe imminente oppure sensazione generale di ansia per la situazione ambientale.
Questa tensione nervosa è causa di attacchi di panico per ragazzi e ragazze, i quali, costantemente in preda ad una sensazione di allarme, si sentono incapaci di agire. A questo si aggiunge un profondo senso di colpa, che deriva dal pensiero di non fare mai abbastanza e di fallire.
La condizione di agitazione se da un lato può spingere a darsi da fare, anche in maniera ossessiva, dall’altro può tramutarsi in una vera e propria forma di depressione.
Dalla constatazione che esiste un legame tra il crescente disagio esistenziale e l’aumento del degrado ambientale, si è sviluppata l’eco-psicologia, secondo cui la soluzione al malessere psicofisico che viviamo nel ventunesimo secolo è ristabilire la connessione con la natura.
Gli psicologi hanno dichiarato, con un grado di certezza che deriva dall’analisi diretta sui pazienti, che gli eventi legati al cambiamento climatico possono portare effetti negativi cronici sulla salute mentale.
In fondo, l’eco-ansia, più che una patologia mentale, è la risposta alla minaccia esterna. Solo con una concreta lotta contro il riscaldamento globale, e tutto ciò che ad esso si collega, possiamo sperare di superare questa fase di preoccupazione immobilizzante e passare alla messa in atto di tutti i buoni principi che andiamo predicando.
L’eco-ansia può funzionare come carburante per la battaglia ambientale.
Ma ora non c’è più tempo di parlare. Stiamo devastando il nostro mondo e l’ansia sta devastando me…
Maria Paola Buonomo
Leggi anche: Animal Save Italia e la sua lotta per un mondo migliore e antispecista – prima parte