Letterature comparate, ah queste sconosciute!
L’essere umano, per un motivo o per un altro, è portato, nel corso della sua vita, a fare continue comparazioni: scelgo questa maglietta o quest’altra?
Scelgo di fare un’azione giusta o sbagliata? Ma, indovinate un po’, anche, e soprattutto, le letterature si comparano!
Per fare una comparazione occorrono innanzitutto due lingue, poi un principio chiaro, detto principio di comparabilità secondo cui è importante tanto la somiglianza quanto la differenza tra due, o più, letterature.
La prima forma di letteratura comparata l’abbiamo già tra i greci e i romani: infatti, quando un romano parlava di letteratura, il suo sguardo comprendeva, inevitabilmente, sia quella latina che quella greca; il tutto era mirato a chiarire le caratteristiche di un autore, di un testo o di una traduzione.
Con il tempo gli studi classici furono accantonati ma, con la riscoperta di testi greci nel Rinascimento, del Barocco e, soprattutto, nel Classicismo, si aprì un nuovo orizzonte per le letterature comparate. Tuttavia esse restano sempre nazionali.
Solo nel 1830, un Goethe ormai anziano, affermava che era giunto il tempo della Weltliteratur, la letteratura del mondo intero. Purtroppo però occorre attendere circa cinquant’anni per far sì che il desiderio del Goethe si realizzi.
Ciò avviene negli anni ’20 del Novecento, quando il formalismo russo fondò l’analisi critica sul ruolo funzionale degli artifici letterari.
Oggigiorno è impossibile negare che esista una Repubblica Mondiale delle Lettere, resa possibile dalla diffusione su scala mondiale di una lingua comune, l’inglese, dall’infittirsi di traduzioni e dal moltiplicarsi di occasioni di incontro e scambio culturale.
Le letterature comparate appaiono così come un intersecarsi di testi scritti in lingue diverse. Ma badate bene, occuparsi di letterature comparate è sì molto affascinante, ma occorre occhio critico, disciplina e l’umiltà nel non smettere mai di leggere!
Foto copertina culturecomparate.it