Quante facce di Pippo ricordi?
Ci affezioniamo ai personaggi che sentiamo più vicini a noi fin dalla notte dei tempi, già dai tempi del feuilleton o romanzo d’appendice, dai tempi dei fumetti anni ’90 che conserviamo un po’ sgualciti e a quelli delle serie tv.
Ma perché questo accade?
Perché il personaggio non veicola solo la nostra esplorazione e la conoscenza del mondo narrativo, ma ci permette di sviluppare una vera e propria affezione nei suoi confronti e da qui spesso scaturiscono fiumi di lacrime per le sue disavventure o per eventuali dipartite, ma non apriamo il discorso del morire male perché non posso allungarvi neanche un fazzolettino.
I personaggi sviluppati in ogni dettaglio ci regalano la possibilità di immedesimarci nelle loro storie e ci gratificano emotivamente perché li sentiamo affini a noi e ne condividiamo le emozioni. Il personaggio si fa portavoce dei nostri punti di vista, incarna i nostri valori, quelle che potrebbero essere le nostre scelte nella stessa situazione.
Ci sono dei personaggi definiti a corsi di eventi molteplici, cioè che si presentano in più episodi, anche diversi tra loro e non per forza in ordine cronologico perché ogni storia è un racconto a sé; che può addirittura essere slegato o in contrapposizione con le storie che conosciamo già.
Un esempio a noi più vicino è quello del mondo Disney, i personaggi iconici come Topolino, Peperino e Pippo presentano relazioni parentali e comparse in episodi tutte differenti.
In particolare Goofy, più noto con il nome di Pippo, ci insegna che un personaggio può mutare da un testo – non solo testo puramente inteso come scritto, ma proprio come contenuto multimediale – all’altro senza troppi problemi, magari solo con un po’ di perplessità iniziale.
Pippo si è sposato, lo sapevate? Però sua moglie non ha un nome e non ha un volto, per lo spettatore non è mai visibile. A tratti potrebbe essere la moglie ideale per molti individui.
Ah, a proposito in alcune storie ha anche un figlio che si chiama George Goof Junior, in Italia si chiama solo George.
La sua identità non è univocamente definita ed inizia a cambiare anche fisicamente nel corso degli anni, pur conservando dei tratti essenziali che lo rendono sempre riconoscibile.
Nei contenuti degli anni Cinquanta Pippo ha un aspetto che lo fa percepire subito come più intelligente, occhi piccoli e sopracciglia, corpo chiaro e soprattutto un tono di voce “normale”, non buffo come quello a cui siamo abituati. Non presentava le orecchie penzolanti a cui siamo abituati, i guanti bianchi o i dentoni sporgenti e distanziati.
Nel corso degli anni ha cambiato poi nome da Dippy Dawg a Dippy the Goof ed infine nel 1934 si giunse al più definitivo Goofy. Ma ci sono anche personaggi a lui alternativi dei “cugini” che si presentano come alter ego, un fratello gemello dal nome Pappo de Pippis che compare in un’unica storia del 1965: Topolino e Pippo Tarzan. Poi ci viene presentata una sua fidanzata di nome Gloria o Glory-Bee. La sua identità è fluida e lo dimostra la sua interpretazione di Arizona Goof che in Italia è conosciuto come Indiana Pipps- re dell’avventura, una parodia di Indiana Jones dell’88; o ancora in altri momenti è presentato come un padre di famiglia con problematiche del quotidiano come seguire una dieta o smettere di fumare.
Cambiano le sue attitudini e veste i panni dello sciatore, della guardia reale del castello Disney nei videogiochi Kingdom Hearts dal 2001 in poi.
Infine come i più giovani ricorderanno grazie alla serie tv House of Mouse – il Topoclub anche le vesti di cameriere lo vedono affiancare sempre l’amico fidato Topolino, ricordandoci la coppia inseparabile che siamo abituati a conoscere poiché spesso la sfera relazionale viene diversificata, così come la sua rete di collegamenti. Ciò che rende sempre Goofy il “nostro” caro vecchio Pippo è la sua genuinità che si presta a tutte le variazioni che il personaggio ha conosciuto, lasciando immutati alcuni caratteri basilari che ne permettono l’immediata riconoscibilità e che consente al pubblico di ignorare eventuali incongruenze cronologiche k spazio temporali, aggirando tutti gli elementi contraddittori a favore della sola fruizione dei contenuti.
E tu quali facce di Pippo ricordi?
Alessandra De Paola
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