L’emergenza carta e l’editoria a rischio
Se siete lettori e ferventi bibliofili avrete notato che negli ultimi mesi il prezzo dei libri in Italia è salito di molto e che le nuove uscite subiscono spesso ritardi nella pubblicazione.
Ma a cosa è dovuta questa situazione assai poco reader friendly? La risposta è purtroppo legata alla mancanza di materia prima.
Nel mercato mondiale la domanda della carta è aumentata a causa della pandemia, così come il suo costo, che ha raggiunto circa il 70% in più rispetto al 2020. Ciò è dovuto soprattutto alla riduzione dell’uso della plastica per confezioni e imballaggi di beni – sostituita dalla carta – nonché alla crisi che ha colpito alcune grandi aziende produttrici portando a un incremento della richiesta di carta per le imprese ancora in piedi.
La mancanza di carta comporta anche una dilatazione dei tempi di consegna e rifornimento, complicando non poco il lavoro delle case editrici e delle tipografie da cui in parte dipendono.
Le stamperie hanno bisogno di sapere con largo anticipo le date di pubblicazione dei libri e il numero esatto di copie da stampare per far sì che riescano a procurarsi la carta in tempo. Si parla di almeno un anno di preavviso, una tempistica a dir poco problematica per le case editrici, poiché il mercato editoriale è soggetto a molte variabili che non sono sempre prevedibili.
Che succede se, per esempio, un libro già pubblicato ha un successo tale da richiedere una ristampa? Si dà comunque spazio alla nuova uscita prevista – il cui esito è ignoto – o si dà priorità al libro per cui c’è maggiore possibilità di guadagno? Per gli editori è come la scelta di Sophie.
A pagarne il prezzo – e scusate il quanto mai infelice modo di dire – sono soprattutto le piccole case editrici, che hanno meno potere sulle scelte delle tipografie e che per rientrare dei costi esorbitanti dovrebbero aumentare i prezzi di copertina alla faccia dei fedeli lettori. Una soluzione certamente poco saggia.
Dunque, l’unica scelta possibile è il ridimensionamento della produzione, che comporta in ogni caso pochi vantaggi per i piccoli editori, che si ritrovano praticamente tagliati fuori dal mercato. E con le festività alle porte – in cui la richiesta di nuove uscite è tanta – si prospetta un Natale assai poco felice per i lavoratori del settore, che dovranno fronteggiare una vera e propria “guerra della carta” per accaparrarsi la quantità necessaria di materia prima.
Claudia Moschetti
Vedi anche: L’insostenibile leggerezza delle parole