COP26, conferenza sul clima di Glasgow: solo “bla bla bla”?
COP, ovvero Conferenza delle parti, è giunta alla sua 26esima edizione.
Il paese che la ospita è il Regno Unito, più precisamente Glasgow, e la conferenza si tiene dal 31 ottobre al 12 novembre.
In partnership con il nostro paese, il Regno Unito e l’Italia sono d’accordo sul puntare all’economia green, in veste di un futuro più pulito.
Questa Conferenza ha un’urgenza straordinaria. È il momento di agire e questo è ricordato da molti leader mondiali. Tra gli obiettivi e le urgenze della COP26, spicca anche il primo aggiornamento dei piani stilati dall’Accordo di Parigi, nel 2015, Accordo stipulato durante la COP21. All’epoca, le parti contraenti firmarono per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C.
Gli obiettivi della COP26 sono anche i seguenti:
- Fermare l’aumento delle temperature a 1,5°C
- Zero emissioni nette di CO2 entro il 2050
- Salvaguardia degli habitat naturali già in crisi
- Precisare le regole di COP21 (accordi di Parigi)
Sono più di 190 i leader mondiali che partecipano alla COP26, ma alcune assenze sono estremamente gravi. All’appello mancano: Cina, Russia, India, Brasile, Messico, Sudafrica e Turchia. L’assenza di Putin è tra le più preoccupanti: la Russia sta subendo la crisi climatica sotto gli occhi di tutti, con la Siberia che solo questo luglio ha perso ben ottocentomila ettari, con danni a dir poco enormi per l’ambiente e per l’economia.
A proposito di Cina ed India, il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), Fatih Birol, è ottimista. Birol ha affermato, il 3 novembre alla COP26, che la Cina si sta realmente impegnando per raggiungere il picco di emissioni di CO2 nel 2030 e la neutralità carbonica nel 2060, affermando che questo paese sta investendo in: auto elettriche, nucleare, energie rinnovabili ed efficienza energetica. Per quanto concerne l’India, Birol è più cauto. L’India non ha le stesse disponibilità economiche della Cina: avrà bisogno di più tempo per rendere la sua economia carbon neutral.
Il 2 novembre il documentarista e divulgatore scientifico David Attenborough ha tenuto un discorso dalla potenza straordinaria, alla COP26. Di seguito, stralci del discorso: “Se lavorando ognuno per sé siamo forti a tal punto da riuscire a destabilizzare il nostro pianeta, sicuramente se lavorassimo uniti saremmo anche abbastanza forti per salvarlo”. Attenborough, solida voce naturalista dal 1952, ha sollecitato i leader mondiali a tramutare la lotta per i cambiamenti climatici in “un’occasione per rendere il mondo più equo”.
E i giovani? Le generazioni future sono quelle che pagheranno delle conseguenze salatissime, se non si agirà in fretta. Non a caso, il 5 novembre la COP26 ha dedicato la giornata ai giovani. Il comitato giovanile dell’Unfccc, Youngo, ha presentato ai leader mondiali la sua Dichiarazione per il clima.
Sempre nella stessa giornata, Greta Thunberg ha guidato la marcia dei Fridays for Future, dal Kelvingrove Park di Glasgow. Presenti anche l’attivista ugandese Vanessa Nakate e Hassan Alkhawam, siriano e attivista per la difesa della sua comunità, i quali hanno incontrato il principe Carlo. Quest’ultimo ha condiviso la frustrazione e la paura dei giovani per il futuro, invitando i leader mondiali a sostenerli e a non dimenticarli.
Il 5 novembre è stata anche la giornata dedicata ai ministri dell’Istruzione: è necessario un programma che informi gli insegnanti e gli studenti sul cambiamento climatico e sulla transizione ecologica, afferma Cingolani (Ministro della Transizione Ecologica).
E l’Italia? La nostra nazione ha dichiarato, il 4 novembre, di porre fine a ogni nuovo sostegno pubblico per le fonti fossili entro il 2022. Assieme all’Italia, hanno firmato altri 25 paesi (tra cui USA e Canada). Sono ancora troppo pochi, e a dire il vero le associazioni ambientaliste non sono entusiaste né rassicurate da questa conferenza.
Staremo a vedere se la COP26 rappresenterà solo un “bla, bla bla” (espressione usata da Greta Thunberg sulle promesse dei politici), o un definitivo e assolutamente necessario punto di svolta, per le generazioni future, l’ambiente e gli animali del pianeta.
Aurora Scarnera
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