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Il Rosso e il Nero e la società odierna… o quasi

A vent’anni si è in un’età in cui si pensa di riuscire a dominare il mondo, si vive in uno stato di continua euforia e si crede di essere invincibili.

Ed è proprio così che si sentiva il protagonista dell’opera di Stendhal, “Il rosso e il nero”.

Julien Sorel è un giovane della Franca Contea che spera di ottenere la gloria militare cercando di imitare il suo idolo Napoleone Bonaparte, per poi rendersi conto che nella società in cui vive, solo la carriera ecclesiastica poteva consentirgli di elevarsi sia da un punto di vista economico che sociale. Così si trova ad essere precettore presso un’importante famiglia: i Rênal.

Ed ecco che subentra ancora una volta la questione amorosa. Sì, perché la moglie del signor Rênal inizia a provare qualcosa per il giovane di cui, in un primo momento, si era presa cura quasi al pari dei suoi figli. La loro storia nasce quindi in maniera del tutto naturale e improvvisa per poi terminare per paura che i pettegolezzi sul loro conto giungessero alle orecchie del marito, a cui la donna spedisce una lettera fittizia per fargli credere che non vuole che la gente inventi queste storie sul precettore dei suoi figli e che viene successivamente allontanato.

Julien viene poi assunto presso un’altra famiglia, la famiglia de la Mole dove innesca un’altra storia con la figlia del marchese, Mathilde. La ragazza è molto diversa dalla precedente in quanto è passionale, ribelle, sogna amori romantici, nobili, di altri tempi, proprio come quelli che aveva letto nei suoi romanzi. E in Julien crede di aver trovato ciò che cercava perché il ragazzo è diverso da tutti quelli con cui era abituata ad aver a che fare e lo dimostra per esempio la spregiudicatezza con cui dichiara dinanzi l’abate di trovare noioso cenare con quelle persone, dichiarazione che fa inorridire l’ecclesiastico che invece considera tale concessione un qualcosa di cui andare fieri.

Madame de Rênal e Mathilde sono dunque due figure antitetiche la cui differenza principale risiede nella lettura di romanzi che innescano nella prima la voglia di emulare modelli e nella seconda l’assenza di tali precocetti che la portano a non essere romanzesca, bensì spontanea. Con la prima Julien si impone di assumere un certo atteggiamento calcolato ma la naturalezza dei sentimenti prevale, mentre con la seconda usa dritte e strategie che gli sono serviti per far breccia nel cuore della donna.

C’è quindi la contrapposizione tra amore rosso e nero, quindi tra amore- passione e amore- vanità, così come l’autore definisce questi due sentimenti opposti. Ma questi due colori indicano anche il mondo militare e quello ecclesiastico.

Tutto deve essere pertanto contestualizzato al contesto storico e sociale del tempo: il racconto è infatti ambientato all’epoca della Restaurazione, periodo in cui i giovani hanno un mito che è quello di Napoleone che risulta però essere anacronistico in quanto la società pare essere dominata dai borghesi, classe sociale che l’autore non sopporta.

Stendhal concepisce l’uomo come un essere buttato a caso nell’ambiente in cui vive. Per l’autore infatti dovrebbero contare l’intelligenza, l’arte e la passione, cose che invece sembrano non avere più importanza. Tutto è dominato dalla noia e dall’ipocrisia. Julien è effettivamente diverso perché in lui arde la passione per la Rivoluzione, per l’età napoleonica e disprezza fortemente la corruzione del periodo post- napoleonico. Pensa in grande e non vorrebbe accontentarsi di una vita mediocre ma è anche impulsivo, il che non lo aiuta.

Per potersi liberare definitivamente del fardello dell’ambizione Julien deve però morire e soltanto così riesce ad essere davvero spontaneo e naturale e soltanto con la morte riesce a compiersi quell’amore- passione. Il protagonista infatti accetta l’esecuzione perché si rende conto di aver sparato all’unica donna che lo abbia mai amato e che lui abbia mai amato, l’unica con la quale non ha avuto bisogno di fingere e con la quale era stato davvero felice, anche se non lo sapeva! La donna, tuttavia lo perdona e gli sta accanto fino all’ultimo momento, morendo pochi giorni dopo, mentre Mathilde concretizza il suo sogno, ossia quello di aver sposato un uomo che non temeva la morte e di aver trovato il “discendente” del suo antenato che anni prima, aveva accettato la morte senza timore.

Stedhal è riuscito con Julien a creare un personaggio che ha capito le regole sociali del suo tempo sovvertendole senza pensarci.

Che capolavoro!

Alessandra Liccardi

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Alessandra Liccardi

Alessandra Liccardi nasce a Napoli il 19 ottobre del 1995. Laureata in Lettere Moderne alla Federico II e laureanda in Filologia Moderna, ha la passione per i libri, che legge molto velocemente e la musica, infatti ha frequentato una scuola di canto e danze caraibiche. Svolge attività fisica regolarmente perché le piace stare in forma.
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