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Stagecraft e le nuove frontiere della tecnologia

Da sempre il cinema ha collaborato con la tecnologia per migliorare la risoluzione delle immagini e rendere i film ancora più realistici.

Gli effetti speciali e il green screen sono solo alcune delle tecniche utilizzate per girare le pellicole di successo, ma negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante. 

Andiamo per gradi.

Inizialmente le riprese cinematografiche venivano effettuate in luoghi deserti e ampi dove poter girare indisturbati, questo però provocò molti disagi. Disney ebbe non pochi problemi durante le riprese di Star Wars a causa di un violento temporale che compromise le attrezzature e per questo si pensò ad un metodo alternativo.

Era già famoso il green screen, uno sfondo verde su cui era possibile sostituire le immagini con altre per cambiare ambientazione, tale tecnica però non permetteva di modificare l’ambiente in tempo reale e, soprattutto, la luce verde si scontrava molto spesso con abiti o attrezzature particolarmente luminosi.

Per le riprese di The Mandalorian, serie di Disney+, si optò per una tecnica innovativa: Stagecraft.

Questa nuova tecnologica è stata ideata con il software dei videogiochi così da ricostruire un’ambientazione in 3D che si muovesse insieme alla camera, in modo da inquadrare tutto il paesaggio circostante a 365 gradi.

Insomma, un vero e proprio set virtuale.

L’attore viene immerso in un ambiente realistico che può essere sostituito e modificato continuamente. Questo metodo rivoluzionò anche la clonazione dei volti per permettere di trasformarsi in vari personaggi. Un tempo si affidava tutto a dei marcatori riflettenti che, applicati sul viso, riuscivano a percepirne i movimenti per ricostruire il volte desiderato. Oggi la situazione è ben diversa.

Un’intelligenza artificiale si occupa di ricreare il volto fedelmente all’originale e fa il 95% del lavoro, così non solo si può creare il viso di altri personaggi, ma ringiovanire o invecchiare gli attuali attori. Questo straordinario lavoro è stato svolto per il film Avatar del 2009. Qui le risoluzione furono in 2K, 4K, 6K e la tecnologia HDR riusciva a far risaltare la brillantezza dei colori e dei dettagli.

Adesso arriviamo alla parte interessante.

Con questa tecnica è possibile resuscitare i morti! 

Ebbene sì, avete letto bene.

La resurrezione digitale si attua attraverso la ricostruzione di immagini di attori morti. Esempio lampante è quello di Paul Walker, “resuscitato” per alcune scene di Fast&Furious. Ovviamente questo può essere fatto solo con il consenso dei familiari o, precedentemente, dell’attore stesso. Molti artisti di Hollywood la utilizzano per creare dei cloni di se stessi da utilizzare poi in vari progetti. Le innovazione tecnologiche in ambito cinematografico sono state pazzesche e questo ci ha reso possibile vedere dei film realistici e immergerci nella trama. 

Pensando al futuro quindi, come spiega il ricercatore di computer grafica Debevec, queste nuove tecnologie potrebbero addirittura far sì che ognuno possa creare il film a casa propria scegliendo attori, dialoghi ed ambientazione. 

E voi cosa ne dite? Vorreste creare una pellicola tutta vostra? 

Martina Maiorano 

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Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
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