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Playlist indie per veri cuori spezzati (perché non deve fare male, ma malissimo)

Il recente panorama indie italiano, germogliato dai semi delle lungimiranti canzoni dei suoi capiscuola (quali i Baustelle, Tre allegri ragazzi morti o, ancora, Vasco Brondi, I Cani e tanti altri), trova nel nostro paese un terreno fertile, anzi che dico, fertilissimo.

Forse non ne eravate a conoscenza, ma il termine “indie” non identifica un genere, ma annovera in un enorme bacino di giovani cantanti, cantautori e band, tutti quegli artisti non associati alle grandi case discografiche e che non hanno partecipato ai vari talent televisivi.

È, ormai, d’uso comune associare il termine indie ad un genere musicale ben definito, ciò è evidente anche sfogliando le varie playlist di Spotify.

Luogo comune e spesso veritiero è quello che associa le canzoni indie a canzoni “tristi”, passatemi il termine, tanto che viene spontaneo chiedersi: ascolto indie perché sono triste o sono triste perché ascolto indie? (Ammetto che ascoltando Niccolò Contessa, molto spesso, questa domanda l’ho posta anche a me stessa). Come avrete intuito dalle mie parole, la mia playlist straborda di musica indie, così tanta che non potevo non stilare una personalissima classifica e donarvi una playlist fatta dei migliori pezzi indie degli ultimi anni che, forse, ancora non avete ascoltato.

Manzarek dei Canova, traccia numero cinque dell’album Avete ragione tutti, uscita nel 2016. Il videoclip ha come protagonista Camilla Boniardi, che conoscerete tutti come Camihawke.

Vestita da sera, vestita da sposa, vestita da strega, vestita di rosa. Qualcosa mi dice che ti ho perso ancora, canta il frontman dei Canova pensando a questa ragazza che ha lasciato forse un vuoto nella sua vita, riflettendo proprio sulla profondità di questa mancanza, sul fatto che c’è una cosa che odio di più, è che non posso vederti quando ti spogli con una canzone dei Doors.

da Youtube

La legge di Murphy, Cimini. Murphy pronunciò una frase che fece la storia: «Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo.» Noi ce la mettiamo tutta ad essere positivi, ma Cimini ci ha proprio fatto male con questa canzone. Scherzi a parte, il testo di questo pezzo è profondamente significativo e racconta dei sentimenti, dei pensieri dell’uomo moderno nella società odierna. Dietro i banchi di scuola, quando hai fatto un errore, dentro il traffico spinto, quando giochi a pallone… per la legge di Murphy sono tutti migliori di te perché se non pensi veloce arriveranno tutti prima di te.

Ventitre di Merlot perché a noi quel tema ortisiano dell’infelicità amorosa piace da morire, ce lo cuciamo addosso dalla nostra prima storiella alle superiori e ce lo portiamo dietro fin da adulti. E quante volte avremmo voluto dire, col cuore spezzato, a lui o lei che lo ha fatto a pezzi vorrei avere il coraggio di dirti almeno una volta, vaffanculo stronza, vaffanculo stronza, voglio giocare col tuo cuore a pallone, voglio farti provare il mio dolore.

Mancarsi dei Coma_cose. Converrete con me che è importante avere qualcuno che, quando ci manca, ci faccia ricordare i bei momenti e ci faccia sorridere come scemi perché, in fin dei conti, chi ama ha sempre vent’anni, e quindi… che schifo avere vent’anni, anche a sessanta.

Diploma dei Psicologi arriva al cuore come un colpo di pistola, proprio così. Due diciottenni di Roma scrivono un pezzo che parla di disagio sociale, di difficoltà relazionali, di luci che si spengono e famiglie in difficoltà. Da Soundcloud a 1000.000 views su YouTube, a Spotify. La Z generation che ancora una volta ci sorprende (in positivo, chiaramente).

Ma non sei qui e questo è solo un déjà vu… e io sto affogando nei tuoi occhi blu canta Postino nella sua Blu, singolo d’esordio contenuta nell’album Latte di soia. Perché Blu ci sembra così malinconica? Pensate che è proprio Postino a definirla “canzone terapeutica”. È stata scritta il giorno dopo una sbronza per esorcizzare una mancanza. “È una canzone dove mi racconto che contiene quelle cose che normalmente restano chiuse con me in camera a rimbalzare tra i muri. Parla di asfalto, drink di troppo per dimenticare, déjà vu di problemi mai scambiati, Roma vuota e un cuore blu”.

Puoi essere freddo come l’Antartide, ma ascoltando il brano dei Pinguini Tattici Nucleari non puoi che scioglierti come neve al sole. Ad undici anni quando eri piccola aspettavi una lettera da Hogwarts per dimostrare a tutti i tuoi compagni che eri tu quella diversa da loro. Il brano inizia con la descrizione della protagonista per poi sciogliere il nodo fondamentale del racconto nel ritornello “provan a rompere il ghiaccio con te, non sanno che tu sei l’Antartide”.

Last but not least, I Cani. Andavano posti in cima alla classifica, o quello che è, ma proprio non riuscivo a scegliere un solo brano che per me potesse rappresentare la forza (auto)distruttiva dei loro pezzi. Dopo vari tentennamenti, mi sento di inserire nella lista Il posto più freddo, ma vi consiglio di farne buon uso. Un brano toccante che parla di solitudine, amori finiti, droghe sintetiche. Un autobus che fa il giro di una triste periferia e la voce di Contessa che non chiede nulla, se non un respiro di ascoltare.

Catia Bufano
Copertina creata dalla redattrice

Vedi anche: Fammi una cover… ma solo se è indie

Catia Bufano

Laureata in Lettere Moderne, studia attualmente Filologia Moderna presso l’università di Napoli Federico II. Redattrice per La Testata e capo della sezione Fotografia. Ama scrivere, compratrice compulsiva di scarpe, non vive senza caffè. Il suo spirito guida è Carrie Bradshaw, ma forse si era già capito.
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