Tv? No, l’Italia sceglie i videogames
Il settore dei videogiochi in Italia, nel 2019, riesce a guadagnare più del doppio delle industrie cinematografica e musicale messe insieme.
Con un guadagno di ben 125 miliardi di euro – che di gran lunga superano i 36 miliardi dell’industria cinematografica e i 17 miliardi dell’industria musicale –, il settore dei videogiochi si piazza in prima posizione, guadagnando il triplo dell’industria cinematografica e sette volte quella musicale.
Lo studio è stato condotto da IIDEA (Italian Interactive Digital Entertainment Association), la cui ricerca è stata condotta prendendo in esame i dati riguardanti le vendite del mercato fisico, digitale e tramite app. Da questo studio è emerso un dato favorevole per il settore video-ludico italiano: il mercato, infatti, ha subìto un incremento dell’1,7% rispetto al 2018.
I videogiochi più venduti per le console sono: Fifa, GTA V, Call of Duty: Modern Warfare. Quelli più venduti per i PC sono: Borderlands: The Pre-Sequel, Rainbow Six: Siege, GTA V.
Parlando di generi, invece, si può notare una preferenza netta per quelli d’azione e per gli Sports Game.
Arrivando alla componente dei giocatori, anche questa ha subìto un aumento decisivo. Si è arrivati, nel 2019, a 17 milioni di giocatori e la percentuale di giocatori divisi tra maschi e femmine è decisamente equilibrata: 47% per le donne e 53% per gli uomini.
Di fronte a una crescita tanto significativa risultano importanti le parole di Marco Saletta, presidente di IIDEA, che sostiene che «il videogioco, che sia un passatempo, un lavoro o una passione, continua a diventare più accessibile e a consolidare la propria posizione come forma di intrattenimento, coinvolgendo un numero di giocatori crescente e diversificato in Italia».
La fortuna del settore non si ferma qui: il 2020 ha visto un ulteriore aumento, tanto che IIDEA parla addirittura di “annata storica”. Il mercato vede una crescita del +21,9% rispetto al 2019. Tra i fattori principali di questo aumento c’è sicuramente il fattore COVID-19, che ha imposto il distanziamento sociale e restrizioni che impedivano la socializzazione diretta.
Ma, come dice ancora Marco Saletta, «questa crescita non è solo frutto della pandemia che ci ha fatto passare più tempo tra le mura domestiche ma è una testimonianza del crescente interesse nei confronti dei videogiochi come forma di intrattenimento e di comunicazione».
Anna Illiano
Foto copertina creata dalla redattrice
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