Mattarella bis
Il Presidente della Repubblica è eletto ogni sette anni e nella storia delle elezioni si sono verificati solo due casi in cui è stato eletto al primo scrutinio.
Con i Presidenti Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi, mentre Giorgio Napolitano è stato l’unico a ricoprire l’incarico due volte, l’unico fino ad oggi.
Conoscete il gioco dell’oca?
Le regole di questo gioco sono molto chiare, semplificando nell’illustrarle, si comincia lanciando dei dadi e il numero che esce corrisponde al numero di caselle da percorrere, vince chi arriva prima alla casella finale, ma ci sono delle caselle speciali in cui bisogna rimanere fermi o tornare indietro, il rischio di ricominciare daccapo è quindi sempre presente e il tutto è regolato dalla fortuna.
Ebbene è quello a cui abbiamo assistito in questi giorni, i partiti politici tutti hanno giocato ad un patetico gioco dell’oca in cui hanno lanciato a casaccio nomi di potenziali Presidenti, avanzando, restando fermi o inevitabilmente retrocedendo, affidandosi alla sorte, incapaci di costruire un’intesa tra loro.
Il risultato in questa bagarre è stato il ritorno alla casella iniziale.
Disorientati e incapaci di procedere hanno optato, per risolvere la situazione e far uscire il paese dallo stallo, di aggrapparsi con tutte le loro forze al Presidente uscente Sergio Mattarella, il quale aveva ribadito più volte la sua intenzione di non reiterare nuovamente la carica.
Abbiamo assistito infatti alle 15 e 30 di oggi alla desolante visione dei capigruppo dei partiti che sono corsi al Colle a piagnucolare da un avvilito Mattarella di accettare un nuovo mandato, non potendo loro risolvere la situazione, il quale non ha potuto dire altro che: “se serve ci sono, anche se avevo altri piani”.
Come la Costituzione regola, con l’articolo 84, il Capo dello Stato è eletto dal Parlamento in seduta comune da 1009 Grandi elettori, composti da 321 Senatori della Repubblica, da 630 deputati della camera e da 58 delegati regionali.
La seduta è presieduta dal presidente della Camera Roberto Fico, che ha il compito trenta giorni prima dello scadere del mandato dell’attuale Presidente, di effettuare la convocazione della seduta elettorale, e dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Questo sarà l’ultimo anno in cui il Capo dello Stato sarà eletto da 1009 Grandi elettori, in quanto la legge sul taglio dei parlamentari porterà ad un ridimensionamento del numero dei parlamentari.
Questi ultimi passeranno a 600 e quindi sarà di 600 più i 58 delegati regionali il numero dei Grandi elettori che fra sette anni saranno nuovamente chiamati alle elezioni.
La maggioranza di voti necessaria per eleggere il Presidente è di 673 elettori sul totale, ossia i due terzi dell’assemblea, questo vale solo per i primi tre scrutini, dal quarto in poi basterà la maggioranza assoluta, 505 voti sul totale, pari cioè alla metà più uno dei grandi elettori.
Oggi, 29 gennaio, all’ottavo scrutinio dopo sette fumate nere, con 759 voti è stato quindi eletto nuovamente Sergio Mattarella Presidente della Repubblica.
Un personaggio illustre che ha svolto il suo precedente mandato con dignità e professionalità, non a caso da un sondaggio di Demopolis risulta essere particolarmente gradito al 68% degli italiani, e molti ne auspicavano la rielezione, dato simile individuato anche dall’Osservatorio politico Ixè.
Laureato con lode all’Università La Sapienza di Roma in giurisprudenza, docente di diritto parlamentare, entrato in politica con la Democrazia cristiana dopo l’assassinio del fratello Piersanti, è stato giudice della Corte Costituzionale, ha rivestito le cariche di Ministro della Difesa, Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro della Pubblica Istruzione, Ministro per i rapporti con il parlamento, e dal 2015 é Presidente della Repubblica.
Un curriculum notevole, che unito alla pacatezza e alla forza ha fatto di Sergio Mattarella uno dei personaggi del mondo della politica più amati, in un’era in cui i politici schiamazzano in tv con molta poca professionalità, ha restituito quella dignità alle istituzioni che oggi sembra essere quasi del tutto assente.
Assenza di dignità e lungimiranza confermata dallo spettacolo che i vari partiti nessuno escluso, hanno dimostrato in questa settimana, con la totale incapacità di comunicare tra loro, ognuno chiuso nei propri interessi ed intransigenza scambiata per forza per riabilitarsi agli occhi di un elettorato sempre più deluso.
Figura meschina ritengo abbiano fatto anche tutti quei Grandi elettori che in un momento solenne come questo – l’elezione della massima carica dello Stato – sono andati in aula e sulle schede hanno scritto i nomi di cantanti, personaggi dello spettacolo e conduttori vari, in un eccesso di spiritosaggine che fa ben poco ridere, sarebbe stato più dignitoso votare scheda bianca.
Sia la destra che la sinistra ne escono spaccate, nessuna coalizione è intatta, i partiti sono frammentati al loro interno. In queste votazioni si sono contati, in un gioco di equilibri volto a verificare la loro stabilità e forza all’interno del Parlamento, risultando ognuno più sgretolato dell’altro.
Assistiamo al vuoto della politica, all’assenza di coerenza e programmi concreti. In questa situazione i partiti dovrebbero prenderne atto e fare un mea culpa, riorganizzarsi in modo tale da riacquisire credibilità, con azioni concrete.
Questo soprattutto se pensiamo ad un clima difficile segnato dalla crisi economica, dalla pandemia e in previsione dei massicci fondi europei da dover gestire e distribuire in modo oculato.
In tutta onestà non credo che questo accadrà e non si andrà oltre qualche dichiarazione di fallimento, per passare all’esultanza per un accordo trovato in extremis e fatto passare per soluzione ideale, con il ritorno poi al quotidiano menefreghismo, a misere lotte tra partiti e scaramucce interne.
Azzardo una previsione, è possibile che accadrà quanto già successo con il precedente Presidente Giorgio Napolitano: Mattarella, svolti due anni del secondo mandato, darà le dimissioni e si tornerà a votare, con ogni probabilità Mario Draghi.
In ogni caso sfuma con tristezza la possibilità di avere per la prima volta un Presidente della Repubblica donna, sebbene nomi illustri e di spessore c’erano.
Nient’altro c’è da dire, si rimane solo molto amareggiati.
Beatrice Gargiulo