Emma Bonino sì o no?
“Perché mentre in Italia le donne morivano uccise dai ferri delle mammane nei laboratori clandestini Emma Bonino lottava per l’aborto legale.
Perché mentre l’Europa guardava altrove, Emma Bonino parlava di corridoi umanitari per le persone migranti già vent’anni fa, vedendo nell’Africa “un giardino d’infanzia” pronto ad esplodere di fronte a un continente ricco ma vecchio.
Perché in un Paese dove giustizia significa troppo spesso giustizialismo, ha avuto il coraggio di frequentare le carceri, i Cie, gli ospedali psichiatrici giudiziari.
Perché quando era ancora troppo impopolare parlare di Europa, ha avuto l’intelligenza di indicare in un’Europa più forte e più unita la soluzione.
Al Quirinale io vorrei Emma Bonino. Ha ragione quando dice che sarebbe stato più giusto averla in quel ruolo anni fa. Emma non vuole, sente che la stanchezza non le permetterebbe di dare il suo meglio. Ma se ci fosse anche solo un sottilissimo spazio per convincerla e davvero un asse politico fosse ipotizzabile, non avrei dubbi: per me è lei la presidentessa di cui l’Italia ha bisogno.”
Questo è un estratto del post su Facebook dello scrittore Roberto Saviano, parole chiare e veritiere in cui egli descrive le battaglie per il progresso intraprese nella sua lunga carriera politica da Emma Bonino e la indica come la presidentessa ideale per questo paese e concordiamo pienamente con lui.
Emma Bonino leader del partito +Europa ha dedicato la sua vita alla politica, alla lotta per i diritti di tutti. È considerata il punto di riferimento del movimento femminista in Italia, per la sua strenua battaglia per i diritti delle donne e la parità di genere.
Esponente di spicco della politica italiana, la Bonino muove i suoi primi passi nel mondo della politica negli anni settanta, entrando a far parte del partito radicale e diventando deputata alla Camera.
Ha ricoperto negli anni numerose legislature con ruoli di rilievo, fu Ministra del commercio e delle politiche europee, ministra degli affari esteri, vicepresidente del Senato. Fu tra i promotori della Corte penale internazionale e deputata del parlamento europeo tra il 1995 e il 1999 in cui ebbe la carica di Commissaria europea.
Attivista e docente, la sua carriera non si è mai fermata, ottenendo un riconoscimento a livello internazionale, visitando numerosi paesi tra cui il Kurdistan, l’Afghanistan, il Sudan e divenendo esempio di buona politica ossia di quella politica vicina alle istanze reali delle persone.
Il suo impegno è stato premiato con numerose onorificenze attribuite da molti paesi, ottenendo i titoli di Commendatore della legion d’onore, Cavaliere di gran croce.
Concludiamo con questa sua frase che invita al dialogo come unico strumento per il progresso della società: “Non ci può essere alternativa alla via del dialogo e del confronto. Il dialogo è, in realtà, lo strumento dei forti. Il ricorso alla forza o alla violenza è spesso espressione di debolezza.”
Beatrice Gargiulo
Vedi anche: Mattarella bis