Harry Potter: i collegamenti letterari che (forse) non ti aspetti
Harry Potter, il ragazzo che è sopravvissuto, non ha bisogno di presentazioni. La saga letteraria e cinematografica di J.K. Rowling è ormai inserita a pieno titolo nella storia.
Come ogni buon’opera che si rispetti, Harry Potter presenta evidenti collegamenti con non poche tradizioni letterarie mondiali: vediamo quali!
La magica saga ha tantissimi elementi ricorrenti nella mitologia, nel folclore e nel fantasy.
1. La pietra filosofale e lo Specchio delle brame: a partire da Harry Potter e la pietra filosofale, emerge (già dal titolo) la pietra filosofale. Gli alchimisti hanno tentato di riprodurne le proprietà (trasformare i metalli in oro; produrre l’elisir di lunga vita; fornire la possibilità di intraprendere la via della saggezza assoluta e della conoscenza), senza riuscirci mai, ovviamente. L’origine più antica sulla pietra filosofale appartiene alla mitologia greco-latina.
Secondo la credenza, il dio Chronos (Saturno, per i romani) era solito mangiare i suoi figli. La sua amante, Rea, decise di sostituire il figlio Zeus con una pietra. Chronos la divorò, ma, accortosi dell’inganno, la sputò, ma ormai la pietra aveva acquisito la proprietà di trasformare i metalli in oro. Lo Specchio delle brame potrebbe essere collegato al mito di Narciso.
Silente spiega, quando Harry conosce finalmente le proprietà dello Specchio, che l’oggetto può rivelarsi deleterio per chi lo guarda, conducendolo alla pazzia. Vedere, nel riflesso, il desiderio più profondo e non poterlo realizzare, può essere distruttivo. Narciso, nella versione romana, osservando la sua immagine riflessa (che non aveva mai visto prima), se ne innamorò perdutamente. Ma, solo dopo aver compreso che il ragazzo riflesso era proprio lui, impazzì, perché non avrebbe mai potuto ottenere quell’amore.
2. Troll, elfi e folletti: i primi appartengono alla mitologia nordica. I troll erano gli abitanti demoniaci dei boschi. La Rowling ha inserito la figura del troll per la prima volta in Harry Potter e la pietra filosofale, quando Harry e Ron mettono k.o. il troll, per salvare Hermione. Anche gli elfi, domestici nella saga (come Dobby, Kreacher e Winky), sono tratti dalla mitologia scandinava. I folletti (goblin) sono presenti nel folclore e nel fantasy, e nella saga, essendo scaltri ed ingegnosi, amministrano la banca dei maghi, la Gringott.
3. Draghi, unicorni: il drago è una creatura presente in tantissime culture, dalla mitologia asiatica a quella occidentale. Harry incontra per la prima volta un drago nel primo capitolo della saga, con il cucciolo di drago (poi scoperto che era una femmina) Norberto.
Durante il quarto capitolo, l’esperienza con questi animali non fu molto positiva per il nostro: come dimenticare la prima prova del Torneo Tremaghi, con il temibile Ungaro Spinato?
Un’altra esperienza degna di nota, con i draghi, l’ha avuta il golden trio durante la fuga dalla Gringott nel settimo libro della saga: per sfuggire alla morte, Harry propone a Ron ed Hermione di rompere le catene che limitavano il povero drago in un luogo della banca, e di saltargli in groppa. Felice, finalmente, della sua riconquistata libertà, il drago della Gringott volerà sui cieli di Londra con il trio, scampato alla morte quasi certa. Gli unicorni non sono creature molto citate nella saga, ma un unicorno appare nel primo capitolo, quando un evanescente Voldemort ne beve il sangue, marchiando la sua anima per sempre. Come nella simbologia cristiana, anche in Harry Potter gli unicorni sono simbolo di purezza.
4. Fanny la fenice, il basilisco, Fierobecco l’ippogrifo: Silente è un mentore per Harry, e una figura carismatica e più che saggia. Difficile non affiancargli, come compagna di vita, una bellissima fenice. Collegata alla tradizione greco-romana, la fenice risorge, una volta morta, dalle sue ceneri. Preziosa nel capitolo la Camera dei segreti, Fanny fornirà ad Harry la spada di Grifondoro, per poter uccidere il basilisco. Quest’ultimo, invece, compare nelle leggende greche ed europee, e nei bestiari medievali.
Già Plinio il Vecchio e Solino trattavano del basilisco: era considerata una creatura piccola ma pericolosissima, in grado di uccidere con lo sguardo che pietrifica. Fierobecco è il magnifico ippogrifo, creatura animale protagonista del terzo capitolo, Il prigioniero di Azkaban, diventando un fuggiasco proprio insieme a Sirius Black. L’ippogrifo è stato definito, per la prima volta, già nel II secolo d.C. da Luciano di Samosata. Nella nostra letteratura, Ludovico Ariosto dedica una descrizione all’animale nel canto IV dell’Orlando Furioso. Creatura fiera, l’ippogrifo ha corpo di cavallo, testa e ali di aquila.
5. Lupi mannari, gli inferi: Remus Lupin, introdotto nel terzo capitolo, è un lupo mannaro. La licantropia è una condizione di cui hanno parlato e scritto tantissime culture, dalle più antiche fino alle più moderne, diventando un elemento di culto nei film dell’orrore. Comparsi nel sesto capitolo, quando Harry e Silente giungono nella caverna per distruggere il medaglione di Serpeverde, gli inferi posti a protezione dell’Horcrux si scagliano contro i due. Gli inferi derivano dagli zombi della tradizione vudù di Haiti.
6. Ordine della Fenice, profezia di Sibilla Cooman: come per gli ordini cavallereschi, l’Ordine ha come obiettivo la protezione, nel caso della saga, di proteggersi da Voldemort e seguaci. L’elemento ricorrente nel quinto capitolo della saga è quello della profezia di Sibilla Cooman: “nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive”. Il nome dell’insegnante di divinazione di Harry evoca la Sibilla Cumana, la sacerdotessa di Apollo e veggente.
7. Il numero 7 e i Doni della Morte: secondo la Cabala e la numerologia, i numeri celano poteri tali da poter addirittura interpretare l’universo. Il numero 7 è ritenuto magico da alcune personalità importanti. Una di esse è quella di Ippocrate: “Il sette, per le sue virtù celate, mantiene nell’essere tutte le cose; esso è dispensatore di vita, di movimento ed è determinante nell’influenzare gli esseri celesti”. Anche Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, ribadisce la misticità del numero 7.
La saga di Harry Potter è divisa in 7 capitoli, ed è un numero che ricorre spesso. Per quanto concerne la leggenda dei Doni della Morte, la Rowling ha ideato in autonomia i tre elementi (bacchetta di sambuco, mantello dell’invisibilità, pietra della resurrezione) ma ha riconosciuto delle similitudini con Il racconto dell’indulgenziere di Geoffrey Chaucer e un’analogia nel simbolo dei doni della morte con quello misterioso presente nel film L’uomo che volle farsi re.
Insomma, nulla è lasciato al caso, ed è evidente come la Rowling abbia una cultura di tutto rispetto. Altre analogie trovate tra i personaggi di Harry Potter riguardano quelle tra il mentore Silente e il mentore Gandalf, del Signore degli anelli, e tra Silente e Merlino, del ciclo arturiano.
Aurora Scarnera
Vedi anche: “Undone”: ai confini del tempo e della realtà