5 atleti paralimpici contro il muro della diversità
Le disabilità fisiche rischiano di limitare le attività abituali e, spesso, possono risultare veri e propri ostacoli anche alle aspirazioni personali.
Beh, non è sempre così!
Oggi vedremo insieme i 5 atleti paralimpici italiani diventati un esempio per molti giovani.
Questi fantastici ragazzi, con volontà e determinazione, sono riusciti a dimostrare al mondo intero che la disabilità non è un ostacolo, ma un incentivo ad andare avanti senza mollare.
La prima atleta di cui parliamo è la famosissima Beatrice Vio, o Bebe. Nasce a Venezia nel 1997 e fin da piccola ha praticato il suo sport preferito: la scherma.
All’età di 11 anni è colpita da meningite fulminante che le causa perdita di avambracci e gambe in seguito a necrosi.
Ma ci vuole ben altro per fermarla.
Dopo degenza, riabilitazione e fisioterapia, Bebe riprende in mano la sua vita e, con molte vittorie alle spalle, nel 2015 vince il titolo mondiale del fioretto individuale in Ungheria e, dopo solo un anno, anche l’oro ai Campionati Europei di Casale di Monferrato. Ai Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro conquista la medaglia più importante e, nel 2018, diventa campionessa per la terza volta a Terni.
Bebe, con la sua tenacia e forza, rappresenta un grande modello d’ispirazione per molti che si sentono messi da parte dalla disabilità.
Adesso parliamo di Alex Zanardi, famoso pilota automobilistico e paraciclista. Nativo di Bologna, classe 1966, inizia fin da subito la sua passione per i motori gareggiando su molti circuiti. Il 2001 lo vede protagonista di un terribile incidente durante un campionato in Germania, dove perde entrambe le gambe.
Davvero un duro colpo per lui, che però non si lascia abbattere continuando la sua carriera come atleta paralimpico, vincendo l’argento in Danimarca nel 2011 e, nello stesso anno anche la Maratona di New York.
Ai Giochi Paralimpici di Londra nel 2012 e di Rio nel 2016 ottiene quattro medaglie d’oro, senza dimenticare gli otto titoli mondiali su strada.
Purtroppo nel 2020 subisce un altro incidente in Toscana rimanendo per molto tempo in terapia intensiva.
Fortunatamente quest’anno ha ripreso conoscenza e, chissà, forse tra poco ci regalerà nuove emozioni.
Andiamo avanti con Federico Morlacchi, nuotatore paralimpico che nasce a Luino affetto da ipoplasia congenita al femore sinistro. Inizia la sua carriera nel 2003 vincendo il bronzo alle Paralimpiadi di Londra nel 2012 e, l’anno dopo, il primo posto nei 100m farfalla diventando campione del mondo.
Ai Campionati Europei di Nuoto Paralimpico a Eindhoven nel 2014 vince cinque medaglie d’oro e, alle Paralimpiadi di Rio nel 2016, conquista la vittoria nei 200m misti.
Insomma, un giovane ragazzo che si è messo in gioco andando avanti e realizzando il suo sogno.
Grande pesista italiana è Assunta Legnante, originaria di Napoli e classe 1978. Esordisce con il lancio del peso e, nel 2002 vince l’argento ai Campionati Europei di atletica leggera indoor. Dopo diverse vittorie dovette ritirarsi nel 2009 per problemi legati alla vista a causa di un glaucoma congenito.
Ma, contro ogni aspettativa, torna a gareggiare e, nel 2012, partecipa alle Paralimpiadi di Londra e, l’anno dopo, ai Campionati del mondo di atletica leggera paralimpica, ottenendo in entrambi i casi l’oro.
Beh, una donna che non si è lasciata fermare da nulla, che ha deciso di continuare nonostante tutto ed è riuscita nel suo intento.
Parliamo poi di Veronica Plebani, nata in provincia di Brescia nel 1996, inizia a praticare sport fin da bambina e nel 2011 viene colpita da meningite perdendo falangi delle dita di mani e piedi.
Senza scoraggiarsi, nel 2012 arriva ai Campionati italiani Junior di paracanoa e l’anno dopo, agli XI Giochi Paralimpici invernali di Sochi in cross- snowboard.
Conquista l’oro alla Coppa del Mondo di paracanoa e partecipa alle Paralimpiadi di Rio nel 2016.
Dal 2017 si è avvicinata al Paratriathlon con ottimi risultati e, sicuramente, porterà altre medaglie e soddisfazioni a casa.
Insomma, questi grandi atleti sono riusciti ad abbattere i muri della disabilità con forza e tenacia, fissando il proprio obiettivo e diventando d’esempio per molti giovani che vivono la stessa situazione.
Martina Maiorano
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