Metafore cristiane “incomprensibili” al cinema
Ecco alcuni film che hanno preso spunto da testi cristiani per lasciare impresse immagini che, a una prima visione, possono destabilizzare lo spettatore.
Quante di queste pellicole avevi già visto?
- RoboCop (Paul Verhoeven, 1987)
Protagonista di questo mondo distopico è l’attore Peter Weller che interpreta il poliziotto Alex Murphy. Coraggioso e onesto, viene assegnato al distretto più pericoloso della città di Detroit. Durante il suo primo giorno di lavoro, viene ucciso e massacrato da alcuni criminali, in una scena estremamente cruenta. Sarà allora che “risorgerà” sottoforma di RoboCop, un cyborg che combatte il crimine.
Anche se può sembrare un semplice film di fantascienza, la metafora cristologica è dietro l’angolo. Quella di RoboCop non è una semplice sete di vendetta: il martirio e la successiva risurrezione sono servite a far sì che il protagonista diventasse il “salvatore” della città, pronto ad estirparne il male primordiale che la affligge. Riferimenti alla figura di Cristo sono evidenti sia nella scena dell’uccisione sia in quella dello scontro finale con il suo carnefice, dove il cyborg sembra essere capace di “camminare sulle acque” di un lago artificiale.
- Magnolia (Paul Thomas Anderson, 1999)
Si tratta di un film memorabile, con un cast eccezionale che conta attori come Tom Cruise, Julianne Moore e William H. Macy. Così come si intrecciano i petali di una magnolia, allo stesso modo le nove vite di nove personaggi si mescolano in una serie di drammi famigliari e personali che li portano tutti verso una rovinosa caduta. Una sconfitta che, però, porterà ad una ricompensa più grande: la catarsi, la liberazione dai dolori del passato e la pace finale.
Tutto questo avviene dopo una catastrofica pioggia di rane, elemento grottesco ed epico insieme che si inserisce improvvisamente all’interno di quella che sembrava essere una storia di vita come tante. Questa pioggia è sembrata essere la reinterpretazione di una delle bibliche piaghe d’Egitto, scagliate da Dio contro il faraone che non voleva liberare gli ebrei dalla schiavitù.
- Prometheus (Ridley Scott, 2012)
La nave spaziale Prometheus nella sua ricerca dell’origine della vita sulla Terra s’imbatte in una minaccia che potrebbe causare l’estinzione della specie umana. Oltre alle dichiarazioni del regista sull’idea (poi scartata) di inserire un Gesù alieno, secondo molti vi sarebbero riferimenti al cristianesimo nascosti. Nella scena iniziale, ad esempio, uno degli umanoidi Ingegneri si sacrifica e il suo DNA servirà per la creazione della vita. Altri indizi sono anche la struttura che assomiglia ad un crocifisso e il nome della luna sulla quale si troverebbe l’origine della vita, LV-223, che sembra fare riferimento a Levitico 22:3, un passo che riguarda le punizioni inflitte ai discendenti immondi.
- Madre! (Darren Aronofsky, 2017)
Si tratta di 120 minuti di riferimenti alla Bibbia e alla storia del genere umano. Se non si è abbastanza attenti, è solo verso la fine che si capisce come il film stia rappresentando l’umanità che distrugge Madre Natura, interpretata dalla bellissima Jennifer Lawrence. Javier Bardem (lui/Dio) è uno scrittore in crisi e perennemente preoccupato degli ospiti che riceve nella propria casa. Trascura la giovane moglie, che cerca di proteggere ciò che ha costruito e il loro amore. Quando la Madre resta incinta e lui ritorna a scrivere ed essere adorato dai suoi ammiratori, tutto sembra andare per il meglio. Ma si tratterà di una folla distruttiva di fanatici, che Dio farà entrare a scapito del suo stesso bambino (Gesù), divorato in una scena raccapricciante, che rievoca l’eucarestia. L’epilogo sembra tutt’altro che ottimistico: dopo l’annientamento della madre, Dio ritenterà di costruire una nuova casa con una nuova Terra, in un ciclo infinito destinato perennemente all’autodistruzione.
Elena Di Girolamo
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