Joana Vasconcelos, installazioni portentose e arte al femminile
Joana Vasconcelos è la regina dell’arte contemporanea capace di trasformare oggetti di uso comune in gigantesche opere con significati politici e sociali.
Il bello delle sue installazioni è che sono realizzate con qualsiasi cosa.
Non esiste un materiale che l’artista preferisce e neanche un materiale che decide di scartare.
Le sue creazioni vanno oltre il concetto duchampiano del ready made, secondo cui qualsiasi oggetto può essere trasfigurato e trasformato in un’opera d’arte da museo.
Il motivo principale, è che la Vasconcelos gli oggetti li sceglie e li assembla usandoli per rappresentare qualcosa di nuovo. Ne è un esempio una delle sue opere più famose Marilyn del 2009, un gigantesco paio di scarpe realizzato con pentole e coperchi.
Le maxi installazioni sono, come nel caso dei ready made, un’appropriazione e una nuova contestualizzazione di oggetti di uso quotidiano che riescono a fornire maggiori indizi comunicativi, proprio grazie all’assemblamento.
La Vasconcelos usa molto il cucito e l’unicinetto per creare principalmente opere poderose, creando un contrasto tra un’attività considerata principalmente femminile, timida e “domestica” e la messa in mostra di lavori particolarmente ingombranti, come a voler rivendicare lo spazio negato che le donne occupano nella vita quotidiana.
Ne è un esempio l’opera Valkyrie Marina Rinaldi (2014) lunga ben 12 metri.
L’artista, che in un’intervista si dice fieramente reduce di un’infanzia anti-imperialista in cui non ha giocato con bambole e altre “frivolezze” simili, si professa portabandiera delle minoranze in generale ma risulta evidente un’attenzione particolare alla condizione delle donne.
Ed al mondo femminile è legata anche per un primato particolare: nel 2012 la Vasconcelos è stata la prima donna ad essere invitata ad esporre alla Reggia di Versailles.
Sara Picardi
Fonte copertina Exibart
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