Battaglione Azov: pericolo o difesa?
Ormai è da mesi che la guerra in Ucraina prosegue.
Non sembra vedersi la fine di questo conflitto, scatenato da un’invasione russa e… il resto lo conoscete già.
Insomma, Putin ha esposto più volte il motivo della guerra e Zelensky, insieme a molti civili, sta cercando di resistere per mantenere l’indipendenza nel paese.
Ma oggi non sono qui per parlarvi di questo, bensì di un gruppo di militari ucraini, il Battaglione Azov, di cui sicuramente avrete sentito parlare.
Partiamo dall’inizio.
Il battaglione Azov è un’unità militare nata spontaneamente come gruppo nazionalista di estrema destra.
Nel 2014, all’inizio della guerra in Donbass, alcuni militari si opposero alle forze filorusse del paese. L’anno dopo fu nominato Azov.
Nel tempo sono stati arruolati militari stranieri e fu ritenuta neonazista proprio per l’uso dei simboli nazisti come il Wolfsangel. Il gruppo fu accusato di crimini di guerra e torture dall’OSCE e dall’Onu.
Come nasce il Battaglione?
In Ucraina, dopo la deposizione di Viktor Janukovyc, ci fu un periodo di caos dovuto anche all’annessione della Crimea alla Russia. Le autorità ucraine decisero di utilizzare gruppi paramilitari di estrema destra come sorta di difesa.
Nel 2014 il Battaglione venne riconosciuto da Arsen Avakov, ministro dell’interno ucraino affiancando i militari. Fu denominato Azov.
Inizialmente era composto da civili nazionalisti arrivati da molte zone d’Europa. La sua sede, ancora oggi, si trova a Urzuf, città sul Mar d’Azov, vicino Mariupol.
Nel giugno 2014 quest’ultima venne liberata dagli scissionisti e proclamata “Capitale provvisoria dell’Oblast’ di Donec’k”. Da quel momento il Battaglione ebbe una grande intesa con le forze oppositrici nel Doneck’, rivendicato dai russi.
Ad agosto il gruppo liberò Mar’’inka, in mano a forze filorusse e a settembre partecipò ad una seconda battaglia a Mariupol. Da quel momento è rimasto ai confini del Donec’k.
Nello stesso anno il Battaglione Azov è stato dichiarato come unità militare permanente e si è impegnato nel conflitto. Dal 2015 intraprende delle esercitazioni e addestramento con operazioni armate.
Durante questa ultima invasione russa dell’Ucraina Azov partecipa attivamente al conflitto. Il presidente ucraino Zelensky ha assegnato il titolo di eroe del paese a Denis Prokopenko, il comandante del gruppo.
I simboli del Battaglione si riferiscono al Wolfsangel, la trappola per lupi. Utilizzata nel medioevo come amuleto contro i lupi, è stato usato dai nazisti inizialmente prima della svastica.
Amensty International ha accusato il gruppo di crimini di guerra e abusi. Il governo ucraino ha avviato un’indagine al riguardo nel 2014 affermando che non ci sono accuse contro i comandanti del movimento.
L’OSCE ritiene che Azov abbia ucciso prigionieri torturandoli e occultando i cadaveri.
Insomma, il Battaglione è una sorta di difesa militare neonazista che, in questo momento, si sta impegnando contro la repressione russa e la guerra, ma in passato ha fatto ben altro.
Elogiato e innalzato dal paese, oggi è ancora più apprezzato per il contributo che sta dando contro il conflitto.
Siamo sicuri, però, che non generi dei pericoli futuri?
Martina Maiorano
Copertina: MrPenguin20, Public domain, via Wikimedia Commons
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