Sono felice, dove ho sbagliato?
L’ultimo libro di Diego De Silva ci racconta ancora una volta le avventure di Vincenzo Malinconico.
Il racconto inizia con la costituzione di una strana associazione: gli Impantanati, sei donne e due uomini credono di dover essere risarciti per il dolore provato nelle relazioni che sono finite male.
L’idea è talmente assurda che viene approvata da Malinconico. Il busillis si basa proprio su questo: se esiste un diritto privato, perché non può esistere anche una sorta di diritto che difenda i sentimenti?
Nel frattempo Vincenzo è alle prese con la figlia che aspetta un bambino e una relazione, a quanto pare, seria. Ha ormai 50 anni, continua il suo lavoro da avvocato e sembra aver trovato l’equilibrio che cercava, per quanto possa definirsi “stabile” una persona come Vincenzo.
Accetta di far parte dell’associazione ma sbaraglia le carte a modo suo, tenta di stare al gioco ma secondo le sue regole, soprattutto quando finisce in una situazione, a dir poco, verosimile. Ma adesso non voglio spoilerare troppo.
Insomma Malinconico è sempre il solito, con qualche anno di esperienza in più che gli permette di affrontare la vita con più senno, tuttavia ci insegna sempre che non si può andare contro la nostra natura.
Questo è il settimo libro dal 2007 Non avevo capito niente e quando ci si affeziona a un personaggio, si sa, non si riesce a mandarlo via.
Ecco una delle mie citazioni preferite:
“Il dolore è inestimabile, Ega. Appartiene soltanto a chi lo prova. Non puoi valutarlo, non puoi venderlo, non puoi farne oggetto di scambio. Non è negoziabile. È quella la sua grandezza.”
Lucia Russo
Copertina ufficiale del libro
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