“Long Play, Cairo” per la sezione danza del CTF
Ad inaugurare l’apertura della rassegna Campania Teatro Festival, nella sezione danza, è Long Play, Cairo, spettacolo ideato e diretto da Alexandre Roccoli e Adam Shalaan.
Il Campania Teatro festival è una formula nella sua originalità ornai collaudata.
Ogni anno, per il Campania Teatro festival, ogni luogo a Napoli si fa teatro: un bosco, un piazzale, un giardino, un palazzo, un cortile.
E allora può capitarti di assistere ad uno spettacolo nel mezzo di un bosco, a luglio con un plaid di pile oppure seduta su una gradinata che dà su un cortile, all’interno di uno dei musei più belli di Napoli, con una rivista sotto il sedere per non macchiare i tuoi pantaloni bianchi.
Long Play, Cairo è andato proprio così: gente seduta a caso, ai margini di un cortile interno, quello del Museo Madre, sul quale faceva capolino un’imponente struttura gotica. Al centro del cortile 6 corpi, raggomitolati l’uno sull’altro creano una macchia verde, un gomitolo semovente che si trascina lento e sinuoso da un capo all’altro dello spazio.
Musiche ipnotiche accompagnano il movimento ritmico dei danzatori.
Il ritmo del respiro si adatta al suono, si modella sui movimenti del copro e viceversa in uno spettacolo che acquista i toni, i colori, il suono ovattato di un deserto lunare.
«Questo lavoro – scrivono Alexandre Roccoli e Adam Shalaan – risponde al desiderio di condividere l’esperienza di Long Play, la serie di brani sul tempo e la percezione del tempo. Qui ancora più aperti alla cura, a questo desiderio di danza, all’esperienza della durata, dell’ecologia del movimento, attraverso il lavoro in assenza di fatica e di accenti ritmici, della scrittura dei corpi attraverso queste trasformazioni. Il respiro riscopre un battito rallentato di un “corpo-coro” organico.
Long play, Cairo supera il concetto di coreografica armonica e diventa celebrazione del corpo, della sua vitalità, del suo naturale ritmo. I sei corpi si contorcono, si abbracciano, si stringono, si dimenano convulsamente, si confondono l’uno nell’altro fino a far perdere i confini dell’individuo, fino a perdersi in un unico groviglio.
Qui si tratta di perdere la nozione del tempo ed entrare in una sinestesìa, dove la durata non esiste più. Long Play, Cairo è un lavoro sull’amore nel senso di solidarietà in un mondo confuso dall’egoismo dell’autocontrollo e da questa asfissia dell’overflow; qui è tutto il contrario, è entrare in quest’area dello spirito libero.
In Long play, Cairo la dimensione lunare nella quale i 6 corpi si muovono crea l’illusione di un tempo dilatato, espanso, gonfiato: per quasi 60 minuti il tempo smette di esistere, smette di essere un riferimento, un cardine, un’esigenza.
In questa bolla spazio-tempo i corpi che si incontrano, che si fondono, che accordano il proprio respiro in un unico respiro celebrano l’amore inteso come solidarietà, vicinanza, umana assistenza.
Dunque, gente: anche quest’anno fatevi sorprendere dal Campania Teatro Festival
Valentina Siano
Copertina: CTF
Leggi anche: Torna l’estate e torna il Campania Teatro Festival