Salario minimo, una misura per la dignità del lavoro
L’Unione Europea ha approvato la direttiva presentata nel 2020, sul salario minimo, normativa volta a incentivare l’introduzione di salari minimi nei paesi aderenti all’Unione.
Questa direttiva non è obbligatoria per tutti quei paesi, tra i quali l’Italia, che non presentano misure sui salari minimi, ma rappresenta un primo passo per conferire dignità al mondo del lavoro.
L’approvazione di questa misura da parte del Consiglio, del Parlamento e della Commissione Ue dovrà ancora affrontare altri passaggi prima che venga approvata in via definitiva.
Una discussione a livello europeo circa i salari rappresenta però un importante passo avanti sul tema dei diritti dei lavoratori.
In un momento storico particolarmente difficile per il mondo del lavoro, sia per le imprese, in sofferenza a causa dei costi esorbitanti dell’energia e delle materie prime, sia per i lavoratori che vedono ridotto il loro potere d’acquisto, l’approvazione di questa misura sociale potrebbe risultare di vitale importanza per la progressiva eliminazione della povertà, anche tra chi un lavoro lo ha.
I salari troppo bassi non permettono a chi lavora di sostenere un adeguato livello di vita, spesso lavorando anche molte ore al giorno.
Ovviamente l’eventualità in cui queste misure dovessero essere gradualmente estese, si dovrà sempre tenere in conto le differenti economie esistenti nei paesi presenti all’interno dell’Unione Europea.
Secondo i dati in media lo stipendio mensile ricevuto dai lavoratori in Bulgaria è di 332 euro nettamente inferiore quindi ad uno stipendio del Lussemburgo di 2256.
In 21 paesi è attualmente presente il salario minimo, che dovrebbe essere periodicamente aggiornato, mentre negli altri vige la contrattazione collettiva.
La contrattazione collettiva presente in Italia consiste in accordi di contratti stipulati tra gli interessati dai quali nascono delle sorta di linee guida a cui ci si attiene a livello nazionale nei contratti collettivi nazionali di lavoro.
Dall’annuncio fatto una settimana fa dai membri del Parlamento Europeo circa l’approvazione della norma, in molti paesi si è acceso un serrato dibattito, ed anche nel nostro.
Estendere la contrattazione collettiva sarebbe di sicuro di aiuto nello stipulare contratti di lavoro più dignitosi, ma applicare delle regole più precise come i salari minimi tutelerebbe le fasce di lavoratori attualmente sottopagati.
C’è chi ritiene nel dibattito che si sta svolgendo, che l’entrata in vigore di tale norma porterebbe invece ad un aumento del lavoro nero e quindi sarebbe auspicabile ridurre il cuneo fiscale che grava sulle imprese, tra i più alti in Europa.
I tempi però impongono azioni concrete che vanno al di là del semplice dibattito in cui spesso si perde la classe politica italiana, l’aumento degli alimenti, dell’energia, del costo della vita rischiano di far entrare nell’indigenza un numero ancora maggiore di persone ed una tutela salariale sarebbe auspicabile.
Beatrice Gargiulo
Fonte foto: Pixabay
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