Sempre meno neve e le Alpi sempre più verdi
Uno studio dell’Università di Basilea e Losanna, in Svizzera, ha quantificato una diminuzione del 10% della copertura nevosa sull’intero arco alpino, mentre rivela un aumento del 77% delle aree verdi.
Questo fenomeno è stato rilevato già verso metà dagli anni ‘80, con la progressiva diminuzione dei ghiacciai.
Questo evento è dovuto al tristemente noto surriscaldamento globale, che nelle zone montuose avanza sempre più rapidamente e di cui lo scioglimento dei ghiacciai ne è la prova schiacciante.
Il termine utilizzato per questo fenomeno è “inverdimento” e solitamente assume connotazioni positive; sfortunatamente però per quanto riguarda la catena alpina è un evento atipico e molto preoccupante.
Queste allarmanti notizie sono state riportate dalla rivista americana Science qualche settimana fa.
Se non si agirà al più presto per mitigare i danni causati dal surriscaldamento globale il manto nevoso scomparirà per la maggior parte. Quello che potrebbe sfuggire è l’importanza della neve e dei ghiacciai dalla quale deriva più del 40% dell’acqua potabile di tutta Europa.
Come ormai suggerito dalla maggioranza degli studiosi, l’unico modo per la mitigazione del riscaldamento climatico, è quello di ridurre le emissioni nocive di CO2 .
Ormai abbiamo lasciato in modo indelebile la nostra impronta sul pianeta, che come una macchia di petrolio intrappola ed ingloba tutto quello che ha intorno e lo soffoca.
Forse farò male ad essere pessimista ma mi chiedo se ci sia la volontà e la voglia da parte di tutti di cambiare le proprie abitudini.
La “rivoluzione” prima di tutto dovrebbe partire proprio dal nostro piccolo, per poi estenderlo sia alle passate che alle future generazioni, cercando di puntare ad un futuro più sostenibile e ad un consumo più consapevole per essere alla pari della natura, invece di sovrastarla.
Utopisticamente tutti gli abitanti del mondo, dalle singole persone alle grandi industrie (in particolar modo) dovrebbero mobilitarsi in questa direzione al più presto.
Ma abbiamo ancora abbastanza tempo? O siamo già in ritardo?
Illustrazione e articolo: Alice Gallosi
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