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“Filologia delle parole non dette” di Federica Auricchio – Scrivere per ritrovarsi interi

Filologia delle parole non dette è il primo libro di Federica Auricchio, pubblicato a marzo 2022 con “Il Quaderno Edizioni”. 

Biondi riccioli ribelli, profondi occhi azzurro cielo, un sorriso radioso e rassicurante, le orecchie tese ad ascoltare e le mani pronte ad accogliere chi ha bisogno. 

Questo è un ritratto abbozzato di Federica Auricchio, giovane napoletana Dottoressa in Filologia Moderna, che ha l’altruismo nel sangue. 

Lo ha dimostrato dapprima con l’impegno nella rappresentanza studentesca all’Università degli Studi di Napoli, poi mettendosi a disposizione dei ragazzi con disabilità presso il centro polifunzionale Oikos di Torre del Greco; e ancora, con la militanza politica nella propria città, Poggiomarino, e con l’adesione a ben due Associazioni culturali.

Federica è un vulcano in piena di iperattività. Deve sempre immergersi in progetti nuovi, deve calarsi in mezzo alla gente per combattere le discriminazioni e portare assistenza laddove serve.

Per una volta Federica ha sentito la necessità di concentrarsi su di sé, ricostruendosi attraverso la filologia delle parole. E così, da un lavoro di raccolta di pensieri e riflessioni accumulate negli anni, ha visto la luce la sua opera prima: il “poema-romanzo” Filologia delle parole non dette, un diario intimo e corale al tempo stesso.

Corale perché, anche se l’autrice “ha iniziato a scrivere per salvarsi”- come recita la quarta di copertina – il suo libro non è autoreferenziale. 

Federica non può mettere in pausa la sua indole generosa: nel tentativo di salvarsi trascina anche il lettore, che ritrova frammenti di sé tra le parole incasellate nelle 162 pagine del libro. 

Nel caleidoscopio di emozioni ed esperienze che investe le cinque protagoniste, ciascuno può rispecchiarsi e riconoscersi, trovando una chiave di lettura personale che possa aiutare a riempire le pagine della propria vita con tutte quelle parole rimaste inespresse. 

Mettere nero su bianco. È questo l’invito che l’autrice rivolge in primis a sé stessa e poi ai destinatari del libro. 

La scrittura è vista come strumento terapeutico e atto liberatorio che spinge ad esternare riflessioni, sensazioni e desideri, portando l’io disgregato a ricomporsi e a comprendersi. 

Un concetto che da un lato si ricollega a svariati casi letterari, come quello di Zeno Cosini, mentre dall’altro sembra proprio riallacciarsi al procedimento di ricostruzione filologica.  

La Filologia, la letteratura, la musica, l’impegno sociale sono le ancore di salvezza che, nel mare in burrasca della vita, tengono a galla Federica e le sue cinque diramazioni. Come ci insegna anche Stranger Things 4×4, a volte, ci vuole la nostra canzone preferita per riportarci in superficie. 

Federica Auricchio con il suo libro Filologia delle parole non dette

Ma di che cosa tratta Filologia delle parole non dette

Abbiamo già accennato alla presenza di cinque figure femminili: Eloisa, Clizia, Lolita, Clara e Elena; i cui nomi sono ispirati a personaggi della letteratura, come rivelano gli estratti posti ad incipit dei capitoli dedicati a ciascuna di loro. 

La trama non è lineare, segue le vicissitudini delle cinque donne alle prese con fasi diverse della vita e con traumi da elaborare: la fine di un amore o dell’università, la perdita di una persona cara o le violenze ricevute da chi avrebbe dovuto proteggere invece di ferire. 

Sebbene nel testo serpeggi una pensosa malinconia che a tratti sembrerebbe non trovar rimedio alcuno, alla fine trionfa sempre la speranza, squarciando il cielo grigio con il suo fascio di luce.  

Filologia delle parole non dette affronta tematiche universali – come i rapporti umani, specialmente l’amore, ma anche la riflessione sulla società e sulla dimensione futura – ragion per cui riesce a interloquire con qualsiasi tipo di lettore. 

In particolare, due scelte stilistiche compiute dall’autrice risultano originali e di successo.

La prima è l’espediente della “matrioska”: la scansione della narrazione in cinque parti che fanno capo a cinque io-narranti, ovvero proiezioni diverse di un unico io (del tipo “una, nessuna e centomila”).

La seconda è la forma in cui il poema-romanzo è scritto: “Poesie in prosa o prosa in versi? Non lo so, decidetelo voi”. 

Filologia delle parole non dette è un prosimetro, un innesto di prosa e poesia, “in cui la poesia comunica continuamente con la narrativa”. Tra una sequenza didascalico-argomentativa e l’altra sono intercalate poesie scritte dalla stessa Auricchio, canzoni e citazioni letterarie.

Dante, Montale, Woody Allen, Baudelaire, Salinas, Ibsen… questi e tanti altri grandi nomi affollano il libro, insinuandosi nelle storie raccontate come fari nel buio. 

Ma quanti talenti mostra di possedere Federica Auricchio? E quanti ne nasconde ancora? Abile scrittrice di narrativa e di poesia, se la cava anche nel disegno… è lei in persona l’illustratrice della copertina del suo libro!

Filologia delle parole non dette è una lettura scorrevole e gradevole che,  con un linguaggio diretto e semplice (ma non semplicistico), tocca le corde giuste del lettore, accompagnandolo in un viaggio sentimentale tra le pieghe dell’anima. 

Federica Auricchio è una scrittrice in erba molto promettente, per cui speriamo che il suo libro d’esordio sia solo il primo di una lunga serie. Attendiamo trepidanti nuove pubblicazioni!

Curiosi di leggere Filologia delle parole non dette? Ecco dove acquistarlo: 

  • Libreria “Dante e Descartes” in Via Mezzocannone 63 (NA);
  • Edicola “La Peruta” in Via Roma 30 a Poggiomarino (NA);
  • Inviando una e-mail all’indirizzo filologiadelleparolenondette@outlook.it;
  • Sui vari siti online di rivendita libri (la Feltrinelli, IBS, Libreria Universitaria ecc.);
  • Durante le varie tappe di presentazione del libro di città in città. 

Per conoscere le prossime date di presentazione e per saperne di più sull’autrice e sul libro, segui le pagine Facebook (https://m.facebook.com/filologiadelleparolenondette/) e Instagram (https://www.instagram.com/filologiadelleparolenondette/) “Filologia delle parole non dette”. 

“Uomo perso,
in gomitoli di strade, imprigionato in
silenziose mura, viaggia solo
tra mute maschere.
Anima libera,
come un soffio di vento, vola
lì dove il cielo scompare, si perde
nell’infinito abisso di sogni.
Un bivio, la vita,
tra illusione e realtà”.

Federica Auricchio – “Filologia delle parole non dette” (p.27). 

Giusy D’Elia 

Tutte le foto sono state concesse da Federica Auricchio

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Giusy D'Elia

Disordinata, ansiosa, testarda, logorroica… ma ho anche dei difetti. I pregi scoprili leggendo i miei articoli! Sono Giusy D’Elia, classe 1997. Studio Filologia moderna perché credo nel valore della cultura umanistica. Ho un mondo dentro che ha paura di uscire, ma La Testata mi sta aiutando a farlo esplodere! Sono la responsabile di Tiktok.
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