Francisco Bosoletti e l’ermeneutica dell’immagine
Francisco Bosoletti è uno degli street artist più significativi e innovativi nello scenario artistico contemporaneo.
Classe 1988, nato ad Armstrong, una piccola cittadina nella provincia argentina di Santa Fe che offriva ben poche opportunità; dopo gli studi in grafica e illustrazione, Francisco Bosoletti porta la propria arte in giro per l’Europa.
Come ha dichiarato in un’intervista ad Artribune, l’allontanamento dalla propria terra d’origine gli ha permesso di dare all’arte “un’accezione più completa, in qualche modo scoprendola e innamorandosene allo stesso tempo”.
Francisco Bosoletti sembra essere molto legato al nostro Belpaese, in particolare alla Campania. Numerosi sono i suoi murales disseminati nella regione: l’Iside e la Madonna dei Pellegrini ai Quartieri Spagnoli; le Ombre di Napoli, la Donna nel giardino, Pathenope a Materdei; RESIS-TI-AMO e Speranza nascosta alla Sanità; Alma Memoria e Antro a Somma Vesuviana; La Rinascita ad Ariano Irpino; Il Dolore di Emigrare a San Potito Sannitico; Genesi a Bonito.
Francisco Bosoletti, nella messa in atto della propria concezione estetica, cerca di carpire la memoria e le sensazioni di un determinato contesto locale e di ritrarle sulle sue tele in muratura, senza però stravolgere i luoghi in cui interviene, bensì creando una stretta simbiosi tra città, abitanti e arte.
Ciò che più gli interessa è la reazione che si instaura tra la gente e il patrimonio artistico, mai identica tra un posto e l’altro.
Il suo è uno stile pittorico classico, dichiaratamente ispirato al Barocco napoletano e al Rinascimento fiorentino. Ad ogni modo, l’artista rielabora i canoni tradizionali indirizzandoli alla critica spietata del capitalismo e della società consumistica.
Non a caso, la firma di Bosoletti è spesso rappresentata da disegni di tulipani che simboleggiano una delle primissime bolle finanziarie, per la precisione quella esplosa nel corso del 1600.
Quella esperienza, che causò uno dei più grandi crolli economici della storia fino ad allora, viene ripresa dallo street artist come monito per riportare alla mente dell’osservatore che la speculazione, l’ipocrisia, l’idolatria nei confronti del dio denaro – elementi caratterizzativi della classe borghese – non possono che portare al fallimento totale dell’essere umano (da un punto di vista intellettuale, emotivo, relazionale).
A questa realtà corrotta, Francisco Bosoletti contrappone il ritorno alle origini, mediante il costante riferimento alla natura e la raffigurazione di corpi nudi primordiali; specialmente soggetti femminili, vessilli di vitalità, rinascita, lotta a un sistema impari e culturalmente malato.
Una peculiarità che rende unico l’artista argentino è l’impiego della tecnica pittorica “in negativo”: ricorrendo a colori ottenuti tramite la tecnologia ultravioletta risveglia i sensi ottici e le capacità interpretative dell’osservatore, il quale si trova di fronte a un’immagine doppia.
I suoi murales hanno per così dire “un dritto e un rovescio”: c’è una prima immagine “in positivo”, che è effettivamente quella presente sulle pareti, percepita dall’occhio umano in bianco e nero; al di sotto ce n’è una seconda “in negativo”, ottenuta convertendo l’immagine per mezzo di un filtro.
La dialettica tra le due provoca la sensazione ottica di un’immagine in movimento dotata di diverse profondità e dinamicità a seconda di come la si osserva.
Questa particolarissima e inconsueta tecnica dona pathos e poesia ai corpi dipinti da Bosoletti, che si caricano di suggestioni e diventano un tramite tra visibile e invisibile, tra illusione e realtà.
Sembra quasi lo stesso modus operandi adottato dal protagonista della Montagna incantata: questi, rinchiuso in un nosocomio, crede di accedere alla vera e definitiva conoscenza dell’altro solo interrogando le tavole ottenute dalle altrui radiografie, sbirciando tra cavità interne, tra formazioni calcificate, tra articolazioni e legamenti alla ricerca di un qualche tipo di rivelazione profonda dell’io.
In maniera simile, Bosoletti capovolge la realtà per coglierne la vera essenza e risalire a quella verità interdetta al superficiale sguardo umano.
L’ultima opera del writer sfrutta appieno la tecnica in negativo, regalando ai visitatori un’esperienza unica che, letteralmente, li avvolge e li circonda con immagini quotidiane, “tracce del territorio”, sospese nel tempo.
Si tratta di Antro, un “dipinto immersivo”, realizzato nella struttura circolare della Collegiata di Santa Maria Maggiore a Somma Vesuviana.
Senza discussione Francisco Bosoletti è un artista rivoluzionario che dà lustro e spessore alle strade, ai vicoli, agli edifici delle città che decide di omaggiare con la sua singolare arte urbana.
Le sue non sono solo opere ornamentali belle da vedere, ma porte d’accesso a significati profondi e verità segrete.
Giusy D’Elia
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