Viaggiare da soli: perché farlo almeno una volta nella vita
Viaggiare è quello che, più di tutto, ci rende felici ma proprio quando riusciamo a convincercene, ci fermiamo, nel momento in cui realizziamo di non avere nessuno con cui partire.
Ci lasciamo bloccare immediatamente dall’idea di viaggiare da soli perché abbiamo paura, della solitudine, delle complicazioni che possiamo incontrare lungo il tragitto e di quell’inadeguatezza che invece di spingerci in avanti, ci tira indietro.
Questo succede perché, quando dobbiamo prendere una decisione, tendiamo a mettere sulla bilancia sempre e solo i lati negativi, escludendo a priori che possa, invece, essere tutto meravigliosamente perfetto. Perché quello che non immaginiamo, è che dietro a un viaggio in solitaria, spesso, si nasconde un’esperienza unica, di quelle da chiudere a chiave con un lucchetto e ricordare per tutta la vita.
Perché partire da soli ci regala sempre qualcosa di inaspettato e, oltre tutto, ci aiuta a mettere in luce tratti della nostra personalità che, senza quest’esperienza, non avremmo mai conosciuto.
Ecco, quindi, 5 motivi per cui si dovrebbe viaggiare da soli almeno una volta nella vita:
- Riscopri te stesso
Spesso diamo alla solitudine una connotazione negativa senza guardare da un altro punto di vista. Viaggiare da soli ci spaventa soprattutto per questo, abbiamo paura di provare nostalgia di casa ancora prima che il nostro volo atterri in aeroporto.
Quello che non sappiamo, però, è che sarà proprio il timore di sentirci soli che ci darà la spinta per riscoprire lati di noi che fino a quel momento ignoravamo e sarà proprio questo senso di inquietudine che ci farà superare i confini delle nostre insicurezze, facendoci uscire dalla nostra comfort zone e aumentando, in questo modo, anche il livello della nostra autostima.
- Pratichi la lingua
Quando viaggiamo in compagnia, per un breve o lungo periodo, tendiamo involontariamente a chiuderci come un riccio all’interno del nostro gruppo e a limitare, in questo modo, la comunicazione con l’intorno.
Viaggiare da soli vuol dire mettersi in gioco anche su questo, praticare non solo l’inglese ma sforzarsi a imparare anche qualche parola della prima lingua del luogo, per facilitare la comunicazione e sentirsi, in questo modo, meno stranieri.
- Fai amicizia più velocemente
Quando partiamo in coppia o in gruppo, non sentiamo il bisogno di farci degli amici, o, comunque, non è una priorità. Ci basta il nostro compagno o la comitiva di amici con cui siamo partiti. Viaggiare da soli, invece, vuol dire comunicare in tutto e per tutto con persone che non conosciamo, che sia per un suggerimento o per uno scambio di informazioni.
E in questi casi, o almeno nella maggior parte, ci si ritrova inaspettatamente a intrattenere lunghe conversazioni con sconosciuti che si ritroveranno a essere i nostri nuovi compagni di viaggio e daranno inizio, in questo modo, a una lunga e imprevedibile amicizia.
- Diventi parte del luogo
La differenza tra un turista e un viaggiatore è che il turista assapora la differenza di un luogo senza assimilarla, mentre il viaggiatore si lascia trasportare dalle vibrazioni del posto fino ad assumerne quasi la stessa forma.
Essere un viaggiatore solitario vuol dire diventare in tutto e per tutto parte del luogo. Il nostro corpo e la nostra mente assorbono come una spugna ogni suono, ogni odore e ogni sapore al punto da riuscire a mimetizzarci completamente tra la gente del posto e diventare, in questo modo, un perfetto cittadino del mondo.
- Ti senti completamente libero
Inevitabilmente, quando viaggiamo in coppia o con un gruppo di amici, siamo vincolati alle scelte condivise e così, se la maggioranza opta per andare al mare invece di fare un’escursione, ci sentiremo costretti da quella decisione, a meno che non vogliamo passare il resto della vacanza da pecore nere del villaggio.
Viaggiare da soli vuol dire anche prendere le proprie decisioni, avere i propri orari e scegliere per sé e cosa c’è di meglio che vivere senza limiti, restrizioni e vincoli?
Insomma, essere un viaggiatore vuol dire abbracciare la cultura del luogo e apprezzarne, in questo modo, ogni aspetto, a partire dalle tradizioni culinarie fino a quelle religiose e il modo per vivere appieno questa esperienza è partire da soli, lanciandosi senza timore in quella che sicuramente sarà un’avventura incredibile.
All’inizio spaventa, soprattutto se non lo abbiamo mai fatto prima. La nostra testa si riempie di domande. E se succede qualcosa? Se ho bisogno di aiuto? Se mi sento solo? Se non riesco ad abituarmi a una cultura così diversa?
Perché è vero, come casa non c’è nulla, ma esistono certi luoghi che possono regalarci inaspettatamente la sensazione di sentirci a casa, per quanto diversi siano dal nostro modo di vivere ogni giorno e io, adesso, che scrivo questo articolo a 15.000 chilometri di distanza dall’Italia, non mi sono mai sentita più a casa di così.
Donatella Casa
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