Il mostro di Frankenstein: elettricità e bioetica
di Domenico Macari
Onde elettriche vibrano continuamente lungo miliardi di ramificazioni neuronali, gradienti di voltaggio ai capi di una membrana biologica mantengono il turgore delle cellule, fenomeni di depolarizzazione e ripolarizzazione articolati e coordinati garantiscono la contrazione muscolare.
È la danza elegante e impercettibile degli elettroni che muove l’esistenza, è una scintilla che nel romanzo gotico per eccellenza permette al moderno Prometeo di soffiare un alito di vita su un assemblato di parti di cadavere.
Elettricità e vita – Negli organismi viventi le informazioni vengono trasmesse e codificate mediante messaggi elettrici. Prendiamo un neurone: questo è costituito da un corpo e da una lunga ramificazione detta assone; lungo l’assone si propagano onde elettriche in modo coordinato e regolato scatenando a valle il rilascio di neurotrasmettitori, mediatori chimici in grado di modulare determinate risposte in cellule bersaglio.
L’elettricità può essere utilizzata tuttavia anche per trasdurre stimoli meccanici: nella fibra muscolare è un’onda elettrica a dare il via a una serie di cambiamenti conformazionali che si traducono semplicemente nell’alternarsi di contrazione e rilasciamento della fibra stessa.
Elemento chiave è il ruolo dei gradienti elettrolitici nelle membrane cellulari. Una membrana biologica è una struttura che comprende lipidi e proteine e che ha il ruolo di isolare un compartimento. Ai due capi della membrana diremo che abbiamo una differenza di potenziale dovuta al diverso numero di cariche elettriche positive e negative. Questa differenza di potenziale garantisce alla cellula di regolare numerose attività, dal movimento bidirezionale di sostanze all’attività metabolica.
Frankenstein: scienza e uomo – È il XIX secolo, e spinta dalla nuova tendenza alla sublimazione dell’orrido Mary Shelley scrive Frankenstein, romanzo gotico che riflette una viscerale sensibilità verso le tematiche di umanità, diversità e limitazione.
In questo grande calderone emotivo l’autrice ci fa assaporare il gusto delle innovazioni scientifiche dell’epoca: sono gli anni del galvanismo, gli anni in cui il mondo scientifico inizia ad andare oltre, ad osare, dando vita a un vortice di travolgente innovazione.
Il mostro creato da Victor è l’emblema di tutto ciò: diventa metafora di una scienza al limite, di una scienza che riesce ad abbattere ogni barriera e a generare la vita dalla morte. Elettricità che percuote carne morta e fa battere un cuore che si era fermato, fa espandere polmoni che avevano smesso di dilatarsi.
Ma a che prezzo? La creatura è mostruosa, è diversa, è orrida. Sarà costretta a una vita di stenti, sarà dannata e porterà dannazione, indosserà un volto squarciato come l’anima sua e di chi gli ha donato il respiro.
Riflessioni bioetiche – Attualmente siamo negli anni della medicina personalizzata, la forma di medicina più moderna e giusta che si possa pensare, una medicina antropocentrica che ruota intorno all’uomo e alla sua essenza. Siamo negli anni della bioetica.
Bioetica vuol dire considerare l’uomo nella sua combinazione inseparabile di cellule ed emotività, vuol dire semplicemente pensare a un modo umano di approcciarsi all’uomo, significa reparti di pediatria colorati perché un bambino ha esigenze emotive diverse da un adulto e questo va riconosciuto.
La scienza ha il dovere di spingersi al limite, per definizione deve abbattere le barriere, costruire, demolire e costruire ancora. La scienza non può fermarsi semplicemente perché la mente non si ferma, e infiniti impulsi elettrici continuano in ogni istante a trasportare da un capo all’altro del cervello idee in grado di sovvertire anche il più secolare dei principi.
L’innovazione è operata dall’uomo per l’uomo e trova la sua ragion d’essere nel beneficio che apporta. Il senso di tutto è seminare benessere. L’invito che possiamo leggere nelle parole di Mary Shelley è a guardare oltre: senza trasgressione non c’è progresso, ma non può avere senso mettere in piedi una macchina catastrofica e devastante; Victor non si rende conto che, sebbene fondamentale, non basta un flusso di elettroni per far battere un cuore.