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Oethiops animal: tutta questione di melanina (più o meno)

È il 1765 quando il Traité de la couleur de la peau humaine en général, de celle des nègres en particulier, et de la métamorphose d’une de ces couleurs en l’autre, soit de naissance, soit accidentellement: ouvrage divisé en trois parties di Claude Nicolas Le Cat viene pubblicato in Francia.

Riassumendo il titolo lunghissimo e altisonante, esso non era altro che un trattato che si concentrava su quello che al tempo sembrava essere l’enigma per eccellenza fra i divulgatori scientifici come Le Cat: il colore della pelle degli africani.

Dopo numerosi studi post mortem sui corpi di alcune persone di colore, agli studiosi del tempo qualcosa non tornava: com’era possibile che quegli individui così diversi dai bianchi avessero lo stesso sangue, lo stesso midollo osseo? Da cosa deriva, quindi, il colore scuro della loro pelle?
A quel punto, la soluzione sembrava non trovarsi all’interno, bensì all’esterno, in particolar modo proprio nell’epidermide.

Le Cat nel suo trattato parla proprio di oethiops animal, una sostanza che, a dirla tutta, svolgerebbe quasi la stessa funzione della melanina.
Più oethiops era presente nel corpo di una persona, più questa risultava scura.

Potrà sembrare per i nostri tempi una scoperta sciocca, a tratti futile, a qualcuno potrebbe far anche storcere il naso.
Ma ricordiamoci che stiamo parlando del XVIII secolo, e per l’epoca questo studio rappresentava un passo in avanti verso l’accettazione dello straniero costantemente denigrato e schiavizzato.

Un salto in più verso la comprensione del diverso.


La Redazione

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