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Da grande voglio essere un libro

Un libro e non una scrittrice: io sono di parole, sono fatta di parole.

Mi hanno sempre detto, fin da bambina, che, leggo nell’animo delle persone, il primo ad esserne convinto è stato nonno P.

Quando ti viene dato un dono, così come è stato dato a me, non va sprecato, bensì, utilizzato per andare oltre le ingannevoli apparenze. È questa la diversità.

Se ci riesco? Non sempre. La verità è che io non sono abbastanza. Non lo sono, abbastanza, per questo mondo sprezzante. Aspetto ancora un grido e cerco sempre una risposta. Come in questa notte. È una notte strana. Le stelle lo sanno. Allungo la mano, afferro qualcosa, lascio qualcosa. Parlo a voce bassa; non voglio svegliare chi sta sopra al cielo.

“Abbiamo scoperto il carcinoma a settembre. Ad aprile Laura aveva capito che non c’era più nulla da fare, prima che lo dicessero i medici. Ha iniziato a scrivere lettere per noi, per non lasciarci soli. Faceva finta di passeggiare, arrivava fino all’ulivo e sotto l’albero, poi ho scoperto, girava i video per me e Tommaso, per quando non ci sarebbe stata più. Ha scritto una lettera per quando nostro figlio andrà in prima media e per accompagnarlo nei giorni importanti della vita.”

Avete capito bene. È la commovente storia di una donna, Laura, maestra trentasettenne di Firenze, e di suo figlio Tommaso. Laura prima di morire ha programmato di lasciare un libro a suo figlio Tommaso per ogni suo futuro compleanno.

Al marito Antonio: “Mi ha chiesto di sorridere tutti i giorni per nostro figlio. Un paio di giorni fa Tommaso piangeva disperato, voleva la sua mamma. Gli ho spiegato che adesso è diventata una stella. L’altra notte all’una e mezza è venuto a svegliarmi, mi ha portato in giardino per guardare le stelle.”

Le persone possono essere ammazzate come formiche ma non i libri. Per quanto sistematicamente si possa cercare di distruggerli, c’è sempre la possibilità che una copia sopravviva e continui la sua vita. Si chiamano libri, come a dire sentimenti; il miglior modo per capire la realtà.

Laura ha calcolato anche questo; un libro per ogni compleanno, i video trovati dal papà, un compito per ognuna delle sue amiche. Sono i segni della sua presenza immateriale. Laura ha voluto rendere preziosa l’esistenza del suo bambino con una tale forza e sensibilità. Il suo valore risiede in quello che sarà capace di dare a suo figlio, accudendo la sua anima e nutrendo la sua mente, con l’arte di “dire” nel modo più limpido le cose che è più difficile dire a se stessi. La realtà è diversa, sì. Ma possiamo sognare.

Piovono giù dal cielo raffiche di anima. Piove un botto.


Francesca Scotto di Carlo

Vedi anche: Se mi svegliassi con le ali chissà se avrei paura di essere libera

Francesca Scotto di Carlo

Di sé dice di essere un «cumulonembi»,testarda, indistruttibile, assertiva. Scrittrice, umanista, attivista, è una di quelle persone con la voglia di cambiare il mondo, un passo alla volta. Fai rumore, si.
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