L’importanza del riciclo per il nostro ambiente
Al giorno d’oggi il problema sul corretto smaltimento dei rifiuti è considerato uno dei temi più ostici, anche politicamente parlando, dal momento che le conseguenze che ne derivano rappresentano un serissimo problema per il futuro dell’ecosistema, per l’uomo e per la Terra.
Uno dei modi migliori per salvaguardare l’ambiente è la raccolta differenziata che, differentemente da come si crede, in Italia da 10 anni il numero dei rifiuti raccolti con la differenziata è aumentato del circa 30% passando dal 35% sul totale raccolto del 2010 al 63% del 2020.
I suoi benefici si riscontrano nella diminuzione dell’inquinamento dato che i rifiuti non verranno accumulati nelle discariche e questo eviterà l’emanazione di sostanze tossiche che sporcherebbero l’aria che respiriamo, oltre la contaminazione del suolo, delle acque sotterranee e in superficie.
Si parla di riciclaggio, dalla cui stessa etimologia di questa parola, formata da ri- di nuovo e ciclo, derivato da kyklos cerchio, giro, si spiega l’azione di riutilizzare prodotti per ridurre gli sprechi.
Importante è il risparmio delle materie prime in modo da preservare l’ambiente, poiché la produzione di prodotti direttamente da materie prime implica una quantità di energia maggiore rispetto al riciclo e questo aiuta alla salvaguardia dell’ecosistema.
Il riciclaggio riduce anche la spesa finanziaria nell’economia, perché creare materie prime seconde a partire dalla raccolta dei rifiuti può risultare conveniente se utilizzassimo adeguatamente le risorse che servono per produrle. Non solo, per lo smistamento e la lavorazione dei diversi tipi di rifiuti servono impianti che a loro volta richiedono la figura di operatori e, quindi, l’indotto economico si riflette anche in benefici per il territorio e la società date le assunzioni di personale.
La maggior parte dei materiali possono avere una nuova vita, se riciclati: l’umido può diventare fertilizzante o materia prima per biogas; la carta, invece può essere macerata in una pasta per la produzione di fogli nuovi, anche se non può essere riciclata all’infinito come il vetro e l’alluminio.
Il materiale che richiede più attenzione nel riciclo è la plastica, perché viste le caratteristiche diverse dev’essere divisa per tipologia. Ad esempio, il PET che viene utilizzato per produrre fibreper indumenti in pile o interno auto e il PVC, invece, che viene utilizzato per piastrelle, tubi, ecc.
Oltre al riciclo, ci sono altri modi per ridurre la quantità di rifiuti che finiscono in discarica: innanzitutto, non incrementare il numero di rifiuti che produciamo. Quindi, è preferibile non utilizzare oggetti monouso e per questo sono in fase di sviluppo nuovi imballaggi e prodotti tecnologici, molti dei quali contengono materiali non biodegradabili.
Per quei rifiuti che risultano essere indifferenziabili, un’altra possibile soluzione potrebbe essere quella del termovalorizzatore, ossia un impianto industriale per bruciarli e produrre, nel frattempo, energia da questi stessi rifiuti “valorizzandoli”.
Anche un termovalorizzatore produce sostanze tossiche alle bruciature degli scarti, diffondendo comunque una quantità di emissioni nocive inferiore. Infatti, in posti in cui i dati della raccolta differenziata risultano essere bassi, promuovere un termovalorizzatore potrebbe essere una buona idea risolvendo il problema dei trasferimenti esterni dei rifiuti e a ridurre il numero di discariche a cielo aperto, altamente inquinanti.
È in questo dato che si riscontra il contro in merito alla proposta di quest’impianto industriale poiché la sua presenza potrebbe far scemare l’importanza di una raccolta differenziata svolta correttamente.
Quindi, si presenta come una tra le migliori possibili soluzioni per la gestione dei rifiuti ma, non bisognerebbe perdere di mira l’obiettivo principale: prediligere l’utilizzo di prodotti riciclabili e promuovere politiche che incoraggino alla minore creazione di rifiuti.
Alessandra Lima
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