Love Life: il film sui rapporti difficili che ha diviso anche il pubblico
Love life è il nuovo film del regista e sceneggiatore giapponese Kōji Fukada candidato al festival di Venezia 2022.
Kōji Fukada, già noto in Giappone, è arrivato nel 2016 al Festival di Cannes, dove vinse il premio della giuria, presentando Fuchi ni Tatsu, noto anche con il titolo internazionale Harmonium.
Quest’anno con Love Life Fukada porta alla Biennale di Venezia un film decisamente drammatico, uno spaccato della società giapponese moderna attraverso la vita di Taeko che assieme al marito Jiro e il figlio Keita trascorre una vita tranquilla, finché un evento drammatico riporterà nella vita della donna il padre biologico di Keita, di cui da anni non aveva più notizie.
Il messaggio che il regista vuole trasmettere attraverso questa pellicola è la freddezza e la solitudine che ruota intorno a quasi tutti i personaggi, persone vicine “geograficamente” tra loro ma emotivamente distanti, totalmente incapaci di comunicare i loro sentimenti.
L’unico personaggio che esce da questo meccanismo di diffidenza, lontananza e indifferenza sarà l’ex marito di Taeko. L’unico personaggio che sembra davvero in grado di provare emozioni.
In questo modo, dove un legame si inizierà a sfaldare, ne nascerà uno nuovo?
Il film non è stato apprezzato a pieno in quanto l’anima nipponica è totalmente distante da quella occidentale, il che rende più complesso al pubblico cogliere profondamente questa storia di emancipazione e resilienza silenziosa; in particolar modo per quel che riguarda il tema delle relazioni fredde, vissute a distanza di sicurezza.
Proprio per questo i personaggi e il film a sua volta portano con sé delle difficoltà comunicative, risultando, agli occhi dello spettatore, gelido anche nei momenti più intensi.
“Qualunque sia la distanza tra noi, niente può impedirmi di amarti “ Akiko Yano
Alice Gallosi
Leggi anche: “Madre”, quanto sei disposta a fare per salvare tuo figlio?