I colpi della pandemia alla nostra già precaria sanità
La pandemia da Covid ha dato un duro colpo al nostro sistema sanitario, che già da molti anni presentava problemi, con carenza di fondi e di personale, frutto di politiche per la salute veramente poco lungimiranti.
La paura del contagio, la carenza di medici già cronica nella sanità implementate durante la pandemia, il collasso degli ospedali durante le ondate di ricoveri per Covid, ha inesorabilmente portato al ritardo di diagnosi e cure di patologie anche gravi.
Secondo i dati forniti da un recente Rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla salute, le visite mediche non effettuate sono state 9 milioni, un terzo in meno rispetto al 2019, anno precedente allo scoppio della pandemia. Le visite di controllo hanno subito la stessa sorte, registrando sempre un terzo in meno, con un crollo da 32,7 a 22,5 milioni.
Non solo le visite ma di conseguenza anche i ricoveri e gli interventi effettuati sono diminuiti, circa il 20% in meno. Sono le patologie come quelle del cuore, tumorali ed ictus che maggiormente preoccupano, in quanto se non tempestivamente trattate possono essere fatali, infatti sono tra le principali cause di morte tra la popolazione.
In particolare per quanto concerne la prevenzione contro il cancro, l’Associazione italiana oncologia medica (Aiom), riferisce che nel 2020 sono stati 2,5 milioni i controlli in meno.
Gli screening effettuati ora rilevano, secondo l’Aiom, tumori a stadi già avanzati.
Risulta dai dati che un lieve incremento di fondi stanziati per il sistema sanitario nazionale sia stato fatto, con 124 miliardi stanziati per il 2022 rispetto ai 114,4 miliardi del 2019.
Ciò nonostante i ritardi e il conseguente accumulo di visite ed interventi sta portando al prolungamento delle liste di attesa. I più colpiti sono come sempre coloro che non dispongono di risorse economiche sufficienti per poter effettuare visite mediche ed interventi privati e non hanno altra scelta che aspettare che arrivi il loro turno.
Questo tempo in più comporta il peggioramento delle malattie e l’ulteriore diminuzione della possibilità di poter guarire.
Si rende quindi urgente un potenziamento dei fondi da investire sulla salute ed in particolare un incremento del personale sanitario, che risulta essere carente, anche a causa dei test di ammissione iper selettivi alle facoltà di medicina ed infermieristica, che hanno come risultato quello di non fornire sufficienti figure professionali necessarie per il nostro paese.
Da questi dati emerge quindi una diminuzione delle aspettative di vita del popolo italiano. Un anno di vita in meno è il danno calcolato che la mancanza di cure comporta.
Beatrice Gargiulo
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