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Dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei!

Potrebbe sembrare solo uno stereotipo, ma è risultato da due ricerche, condotte rispettivamente dalla Università di Cambridge e dall’Università Heriot Watt che la musica possa dire davvero chi siamo.

Lo studio condotto dalla università britannica utilizza la Teoria E-S, secondo la quale esistono due sistemi cognitivi alternativi: uno orientato all’Empatia, l’altro alla Sistematizzazione. L’Empathy Quotient (EQ) calcola i valori di empatia, il Systemizing Quotient-Revised (SQ-R) i valori di Sistematizzazione.

Difficilmente il partecipante ha un equilibrio tra questi valori, ottenendo un punteggio più alto o nell’EQ o nel SQ-R. In base ai punteggi, chi è più empatico reagisce in maniera fisiologica ed emozionale alla musica, preferendo generi musicali come il soft rock o l’r&b, e in generale stili musicali rilassanti, tristi e lenti.

Chi è più sistemico, tende ad analizzare la melodia, scomponendola in più parti e poi ad interpretarla in relazione al brano musicale. Chi è orientato ai sistemi preferisce generi complessi a livello strutturale, come la musica classica e il jazz.

La seconda ricerca, invece, ha constatato (su un campione di 36.000 partecipanti) che aspetti della personalità influenzano ciò che si ascolta. Per esempio, preferisci il pop? Sei convenzionale, onesto e laborioso. Ami il rock, il punk, il metal? Sei gentile, introverso, creativo.

E ancora: chi apprezza il jazz è molto creativo, estroverso ed intelligente; chi ascolta musica classica introverso e selettivo; i fan del rap sono socievoli.

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La Redazione

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