How to get away with Cicerone
Cicerone è uno degli autori più celebri della letteratura latina e, senza alcun dubbio, il più grande tormento degli studenti. Con le sue numerose e intricate subordinate li costringe, da secoli, alla disperata ricerca di una proposizione principale che, quasi sempre, compare solo alla fine del periodo.
Lasciando da parte, per il momento, il suo stile complesso, cerchiamo di ripercorrere le tappe fondamentali della sua vita e, soprattutto, della sua carriera politica, che tanto strettamente si intreccia alla sua produzione letteraria.
Marco Tullio Cicerone nacque nel 106 a.C. ad Arpino, ora in provincia di Frosinone, da una famiglia ricca di condizione equestre. Compì i primi studi di grammatica e di retorica a Roma, dove, fin dal primo momento, fece mostra della sua brillante intelligenza. Addirittura, nella biografia che di lui ci ha lasciato lo scrittore greco Plutarco, si racconta che i padri degli altri bambini si fermavano a scuola per ascoltarlo declamare, a tal punto erano affascinati dalla sua abilità.
Intorno al 90 a.C. iniziò a frequentare la scuola del celebre retore Molone di Rodi, dove si dedicò allo studio della filosofia; contemporaneamente, iniziò a frequentare il Foro, in preparazione della sua futura carriera di oratore e uomo politico. Non sappiamo, però, in che anno avvenne il suo effettivo ingresso nel Foro nei panni di patrocinatore di cause. Infatti, la prima orazione che ci è pervenuta, la Pro Quinctio, risalente all’81 a.C. e scritta per una causa civile in difesa dell’imprenditore agricolo Gaio Quinzio, non è la prima pronunciata da Cicerone, poiché contiene riferimenti a prove oratorie precedenti. L’esito del processo fu favorevole al Nostro, nonostante la parte avversaria avesse come avvocato il grande oratore Quinto Ortensio Ortalo.
La causa che conferì a Cicerone la fama di grande avvocato fu, nell’80 a. C, quella a favore di Sesto Roscio Amerino, che era stato ingiustamente accusato di parricidio da Crisogono, un influente liberto di Silla. Tale causa era particolarmente pericolosa proprio perché portava con sé la possibilità di ledere gli interessi dell’uomo politico più influente del momento, che non si faceva troppi problemi a condannare a morte i suoi avversari. Ma Cicerone non si fece scoraggiare e riuscì a vincere la causa. Subito dopo, per precauzione, decise di partire per l’Oriente, ufficialmente per motivi di studio, e di restarci, guarda caso, fino alla morte del dittatore.
Compiuti trent’anni, Cicerone si presentò alle elezioni per la carica di questore e l’ottenne per l’anno 75 a.C., in Sicilia. Svolse il suo lavoro in maniera impeccabile, guadagnandosi la stima e l’affetto dei locali. Nel frattempo, la sua fama di grande avvocato cresceva sempre di più.
Nel 70 a.C accettò di prendere parte al processo che gli stessi siciliani vollero affidargli contro Gaio Verre, accusato di malgoverno e di concussione. Ancora una volta il suo avversario era Ortensio Ortalo. Per l’occasione compose sette orazioni, ma riuscì a pronunciarne soltanto due, perché l’imputato, prima della conclusione del processo, decise di andare in esilio volontario a Marsiglia, rendendo così evidente la sua colpevolezza.
Cicerone riprese allora la sua carriera politica. Nel 69 a.C. fu edile e nel 66 a.C. pretore. A quest’anno risalgono le orazioni De lege Manilia e De imperio Cnei Pompei, nelle quali appoggiava la proposta di affidare a Gneo Pompeo il comando di tutte le operazioni militari d’Oriente, tra cui la guerra contro Mitridate del Ponto. La proposta passò e Cicerone, che stava collezionando sempre più successi, iniziò ad aspirare al consolato. Presentandosi alle elezioni del 64, ottenne la carica per l’anno successivo, battendo, tra i vari candidati, Lucio Sergio Catilina, sostenuto da Giulio Cesare. Catilina non accettò serenamente la sconfitta e decise di organizzare un complotto teso a uccidere i magistrati, incendiare la sede del Senato e prendere il potere con la forza. La congiura di Catilina fu scoperta e sventata dallo stesso Cicerone che, in seguito, scrisse per l’occasione le quattro famose orazioni Catilinarie.
Catilina scappò in Etruria, dove provò ad allestire un esercito e dove fu definitivamente sconfitto nel 62 a. C. Nel frattempo, a Roma si svolse il processo ai congiurati.
È proprio in seguito a questo processo che la popolarità di Cicerone iniziò ad inclinarsi. Da questo momento in poi, l’oratore iniziò a prendere una serie di decisioni politiche fallimentari che lo porteranno prima all’esilio e poi alla morte. Ma, per la lunghezza e la complessità dell’argomento, ne parleremo in un prossimo articolo.
Nadia Rosato
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