L’importanza di rompere la perfezione nei media
I media sono diventati portatori di canoni estetici, dei quali è richiesto l’aderimento per poter raggiungere un elemento tanto impossibile quanto influente, ossia la perfezione.
È importante che si adottino delle misure per evitare che questi standard finiscano per turbare chi rifiuta di adattarsi a tali modelli.
Talvolta, tendiamo a sentirci inadatti a forza di scorrere la homepage di qualsiasi social-network e questo senso di inadeguatezza ci porta a ripudiare il nostro corpo fintantoché saremo in grado di notarne esclusivamente i difetti. Questo meccanismo nocivo è indotto dalla perfezione che il più delle volte i media ci tramandano, presentandoci ripetutamente foto ritraenti pelli levigate e corpi scolpiti, conformi a quelli che appaiono come modelli invariabili.
La perfezione, se continuamente intesa come stereotipo di bellezza, può incanalarci verso strade poco piacevoli da percorrere, come il ricorso ad una scorretta alimentazione per raggiungere il tipo di fisicità che i canoni impongono, oppure una mala gestione del nostro denaro pur di servirci di eccessivi trattamenti estetici.
La ricerca e la volontà nel cercare di apparire perfetti non sempre garantiscono serenità e appagamento. Infatti, si registrano casi che soffrono di dismorfismo corporeo che è un disturbo per cui si ha una concezione sbagliata del proprio corpo o di alcune parti di esso. Ne sono vittima soprattutto i ragazzi dell’età media tra i 17 e i 18 anni, in cui finiscono per ingigantire i loro difetti percependoli inaccettabili.
Esistono anche dei fattori che incrementano quest’ossessione nella quale i ragazzi frequentemente cadono: uno di questi è proprio lo sport perché prendendo d’esempio la danza che è una disciplina, richiede necessariamente il rispetto a determinati canoni fisici poiché senza i quali non si raggiungerebbero i risultati aspirati. Quindi, questo comporta una consequenziale rinuncia da parte di chi vorrebbe praticare un tale sport ma gli viene vietato perché non si è filiformi, non considerando né il talento, né la dedizione e né la passione che il soggetto sarebbe in grado di mostrare.
I media, però, non si classificano esclusivamente come messaggeri di bellezza standardizzata. A causa dei dati registrati in merito ai disturbi che circolano tra chi ne viene influenzato e grazie alla visibilità che riscuotono i mezzi di comunicazione di mazza, traiamo una buona notizia: rompere i paradigmi.
Con questo riportiamo l’esempio di Reflect, ossia il nuovo cortometraggio della Disney incentrato sulla storia di Bianca, una ballerina plus-size che sentendosi lontana dai canoni fisici richiesti e che per giunta possiedono le sue compagne, ha difficoltà ad accettare il proprio corpo.
Il risvolto positivo riscontrato nel trasmetterlo in onda sta nella solidarietà e nella vicinanza nei confronti di tutte quelle bambine che hanno vissuto, o vivono, un’esperienza simile e al tempo stesso promuovere l’accettazione dell’ampia varietà di corpi da parte della società.
Reflect nel mondo Disney è una novità. Infatti, prima d’oggi, i personaggi in sovrappeso messi in scena incarnavano sempre i cattivi, come Ursula o la regina di cuori. Questo cambio di scena è stato importante perché dà spazio ai corpi che per troppo tempo sono stati oggetto di critiche, oltre a rischiarare le problematiche che oggi maggiormente colpiscono i giovani.
Ciò non dev’essere travisato come una giustificazione per adottare uno stile di vita sbagliato. È importante mangiare sano e svolgere attività fisica per beneficiare di una buona salute psico-fisica, al di là del numeretto che viene segnato dalla bilancia. Quello che porta ad uno squilibrio vissuto da gran parte della società è il mancato equilibrio tra l’accettazione del proprio corpo e la cura di esso; quindi, è bene che i media in quanto trasportatori di canoni estetici vicini alla perfezione, si trasportino in mezzi che portano alla distruzione di questi ultimi adottando le giuste misure.
Lo scopo sarebbe quello di far raggiungere la consapevolezza ad ognuno di noi di scindere i punti di forza da quelli di debolezza per bilanciarli, affinché potessimo trovare fiducia in noi stessi.
Gli stessi antichi greci ritenevano che l’idea di perfezione andasse di pari passo con l’armonia. Secondo loro il bello è tutto quello che corrisponde all’ordine, alla simmetria… questo ci fa pensare che se noi riuscissimo ad equilibrare – accettando- le parti del nostro corpo, pur lavorando per migliorarle e star bene con noi stessi, saremmo in grado di raggiungere la nostra perfezione. Una perfezione che non compete né distrugge bensì risalta e migliora.
Alessandra Lima
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