Te piace ‘o presepe? Una tradizione fondamentale del Natale
“Io faccio il presepe perché quando avevo i figli piccoli, lo facevo… Sapete, era un’allegrezza… E anche adesso che sono grandi, io ogni anno debbo farlo… Mi sembra di avere sempre i figli miei piccoli… Sapete… anche per religione. È bello fare il presepio…”
Eduardo De Filippo
Arriva dicembre e in ogni casa napoletana e non, ci si organizza per fare il presepe. La tradizione del presepe napoletano diventa simbolo d’arte nelle case degli aristocratici nel periodo d’oro del Settecento.
Il presepe, che fino ad allora era solo un simbolo legato alla religione cattolica, trasforma la sua immagine grazie a Carlo III di Borbone il quale per festeggiarlo lo volle esporre alla Reggia di Caserta (visibile ancora oggi).
Carlo di Borbone però non fu colui che trasformò l’immagine del presepio, il suo inventore infatti fu San Gaetano da Thiene, che sviluppò l’idea della natività di matrice francescana, arricchendola con diversi personaggi, scenari e luoghi.
Nacque così una vera e propria scuola di artisti che si dedicarono alla realizzazione di presepi per le famiglie ricche e nobili del Regno. Il maestro più importante fu il grande artista Giuseppe San Martino (per intenderci, lo scultore del Cristo velato). Gli artigiani diedero poi ad ogni personaggio uno scopo, così da posizionarlo poi all’interno del presepe.
Le lavandaie che stendono i panni bianchi rappresentano la verginità di Maria, che verrà aiutata proprio da loro durante il parto.
Ciccibacco, un pagano tra i cristiani, simboleggia il dio Bacco, con un fiasco di vino seduto sul suo carro.
Stefania la zingara è una giovane donna a cui fu proibito avvicinarsi alla grotta perché non sposata e senza figli; la donna, portando un sasso avvolto in un lenzuolo, si presentò al cospetto di Gesù bambino e ricevette un grande miracolo: il sasso fu trasformato in un bambino vero (Santo Stefano) che si festeggia il giorno dopo Natale, il 26 dicembre.
Benito è il pastore dormiente del presepe, generalmente si trova lontano da quello che è il contesto del presepe e dalla grotta stessa; guai a svegliarlo, altrimenti il presepe stesso svanirebbe, in quanto suo sogno.
I Re Magi: Gaspare, Melchiorre e Baldassare sono la parte del presepe che rappresenta l’Oriente. Entrati nel presepe in occasione degli scambi commerciali effettuati nel porto di Napoli, i Magi sono in movimento verso la grotta per arrivare al cospetto della natività il 6 gennaio il giorno della Befana. Si parla anche di un Re Magio, donna, chiamata la Georgiana che segue i Magi trasportata su una portantina dai suoi servitori.
I materiali caratteristici del presepio sono semplici: sughero, muschio e cartapesta, materiali facilmente reperibili, utilizzati per costruire elementi essenziali per la realizzazione. Il fiume presente nel presepe è il simbolo della nascita divina, il ponte rappresenta il passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti. Tra le strade del presepe si vede e si sente il profumo dell’aria natalizia tra botteghe ricche di cibo in cui troneggia il pane e il vino necessari per sfamare il popolo.
Alla luce di quanto detto, fare il presepe a Natale per noi napoletani è un dovere e al tempo stesso un onore.
E a te, te piace ‘o presepe?
Ada di Domenico
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