Come si celebra l’Epifania nel resto del mondo: tradizioni, cucina e rituali
A differenza di quanto si possa immaginare, la Befana non è un simbolo globale dell’Epifania, ma è un personaggio strettamente legato al folklore italiano.
La mattina del 6 gennaio di ogni anno è una data speciale: ci si risveglia dopo la visita notturna della Befana, la vecchietta che va di casa in casa in groppa alla sua scopa volante a portare i regali ai bambini che sono stati buoni, mentre lascia una calza piena di carbone a quelli che hanno compiuto qualche marachella.
Quella dell’Epifania è la festa che simbolicamente chiude tutto il periodo natalizio. A differenza di quello che si crede, La Befana “con le scarpe tutte rotte” è una figura conosciuta soltanto in Italia, e solo in alcune regioni. In numerose zone del nord, infatti, l’anziana vestita di stracci viene rimpiazzata e anticipata da Santa Lucia che, come la sua collega, porta i doni ai bambini tra il 12 e il 13 dicembre.
Nel resto del mondo, la Befana è pressoché sconosciuta e l’Epifania è celebrata in tanti modi diversi. In Spagna e in Francia, ad esempio, il 6 gennaio è il giorno dei Re Magi. Per l’evento vengono preparati dei ciambelloni tipici, il Roscón de Reyes e la Galette de rois, composti da pasta frolla o pan brioche e farciti di marzapane, mandorle, canditi e frutta. Il dolce viene consumato spesso in famiglia dopo il pranzo.
Anche a Praga, in Repubblica Ceca, si celebra l’arrivo dei Re Magi al cospetto di Gesù: tre uomini in costume attraversano il Ponte Carlo salutando la folla e augurando un buon inizio di anno.
In Austria e in alcuni centri della Baviera, tre bambini vestiti da “cantori della stella” (sternsinger) bussano di porta in porta per cantare brani natalizi e recitare poesie. Uno di loro porta con sé una stella di carta, un omaggio all’astro del ciel che condusse i Re Magi alla capanna di Gesù.
In Russia, invece, come nel resto del mondo ortodosso, l’Epifania cade il 19 gennaio, con delle celebrazioni da “brividi”: è usanza immergersi nelle acque gelate di laghi e fiumi dopo aver praticato un foro nel ghiaccio! Questo rito, chiamato Kreshenie, fa riferimento al battesimo di Gesù nel fiume Giordano.
In Islanda, il 6 gennaio è anche definito Þrettándinn (letteralmente, “il tredicesimo”) per indicare il numero di giorni passati da Natale. Su tutta l’isola sono accesi falò e fuochi d’artificio, mentre nei giorni precedenti, a partire dal 25 dicembre, 13 uomini nominati “Babbi Natali” scendono dalle montagne per lasciare dolci ai bambini.
Alessia Capasso
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