Il Castel Sant’Elmo, un complesso panoramico e ricco di storia
Il Castel Sant’Elmo è un castello medievale che spicca sulla collina del Vomero, precisamente quella che ai tempi veniva chiamata collina di Sant’Erasmo nel largo San Martino da cui poter accedere alla vista di un panorama mozzafiato sul centro storico e sul golfo della città di Napoli.
Attenendoci alle prime fonti storiche scopriremo che la sua costruzione si fa risalire al 1329 nello stesso posto in cui nel X secolo si trovava una cappella dedicata a Sant’Erasmo, il cui nome si evolse in Elmo, dando origine al nome della fortezza in questione.
Inizialmente si trattava di una torre d’osservazione normanna, chiamata Belforte e fu Roberto d’Angiò nel 1325 ad incaricare l’architetto Tino da Camaino la costruzione del Palatium castrum, per poi giungere alla conclusione dei lavori nel 1343, sotto il regno di Giovanna I d’Angiò, rimanendo di proprietà di famiglia fino al 1416. Successivamente, Giovanna II lo vendette per diecimila e cinquecento ducati ad Alfonso D’Aragona.
La sua posizione strategica a circa 250 mt dal livello del mare è una vera e propria caratteristica, così da essere stata molto ambita nel corso dei secoli dal momento che era possibile esercitare una funzione di controllo sull’intera città. Questo rese il castello motivo di assedio e di obiettivo militare durante la contesa tra spagnoli e francesi per la conquista del Regno di Napoli. Il Castel Sant’Elmo, tra il 1537 e il 1547 fu poi ricostruito su commissione del Viceré spagnolo Don Pedro De Toledo, assumendo l’attuale pianta stellare a sei punte.
Dobbiamo soffermarci su questo dato in quanto è un elemento che contraddistingue il Castel Sant’Elmo dagli altri presenti nel mondo, poiché è l’unico ad essere stato costruito su una pianta stellare a sei punte. Per comprendere il significato di questa scelta, valutiamo insieme le varie interpretazioni: ci sono storici che hanno fatto riferimento all’esagramma del popolo ebraico ed altri, invece, hanno offerto un’interpretazione più esoterica prendendo in considerazione l’alchimia, essendo questo il simbolo dell’unione tra l’elemento del fuoco e quello dell’acqua, rappresentando così l’equilibrio cosmico.
Un velo di mistero avvolge il castello, riservando caratteristiche e leggende che affascinano questo posto… come quella del fantasma sulla Pedamentina e il mistero dei sotterranei, la conoscete?
Si racconta che secondo un’antica leggenda lungo la scalinata che appoggia la collina su cui è stato costruito il castello (ossia la Pedamentina), si trova un fantasma vestito di bianco che si diverte dei visitatori provocandogli spavento quando entrano o escono dalla fortezza. Nei sotterranei, invece, sostengono che di sera si udirebbero gemiti e lamenti. Hanno ipotizzato che questi rumori fossero provocati dal vento nelle grotte sottostanti anche se non è stata ancora accertata alcuna spiegazione.
Non sono le uniche, però, perché ci raccontano anche la leggenda dell’anacoreta che viveva in un antro del castello: l’anacoreta è una figura religiosa, quasi mitologica che in tempi antichissimi abbandonò la società per dedicarsi completamente alla meditazione e all’ascesi, rifugiandosi nell’antro del castello.
Posti come questi che raccolgono tanti anni di storia, conservano tante curiosità che arricchiscono l’importanza di questa chicca napoletana.
Una tra le tante è quella che l’edificio fu ricostruito tra il 1599 e il 1610 dall’architetto Domenico Fontana perché nel 1587 un fulmine colpì la polveriera del castello distruggendo le dimore dei castellani, dei militari e la chiesa interna scaturendo una tragedia, tant’è che si contarono più di 150 morti.
Il Castel Sant’Elmo, tra l’altro, non è stato soltanto sede militare perché tra Seicento e Settecento diventò un carcere che tenne imprigionati personaggi illustri come il filosofo Tommaso Campanella, e fu sede di moti rivoluzionari nel 1799, quando fu assediato dai repubblicani che proclamarono la Repubblica Napoletana nella Piazza d’Armi.
In seguito al crollo della repubblica, l’edificio continuò a ricoprire il ruolo di prigione in cui furono rinchiusi Giustino Fortunato, Domenico Cirillo e Luisa Sanfelice restando carcere militare fino al 1952.
A partire dagli anni ’80 del Novecento Castel Sant’Elmo diventò una struttura di interesse culturale e museale e dal 1982 l’intero complesso monumentale è stato affidato alla custodia della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli. Fu aperto al pubblico nel 1988, diventando un polo culturale di eccellenza della città di Napoli.
Dal 2014 il Castel Sant’Elmo è stato incluso nella lista dei siti patrimonio dell’umanità, i responsabili dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione e la cultura ritengono che: “Offre un esempio eminente di un tipo speciale di costruzione architettonica”.
Alessandra Lima
Foto di Alessandra Lima
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