La storia del bianco e nero
Tutto e niente, bene e male, infinito e finito: il binomio/contrasto bianco e nero è parte della storia del nostro pianeta.
Ma quando si è iniziato a parlare del bianco e nero?
In tempi immemori. Ci si teneva lontani dal nero della notte e si viveva al chiarore del giorno ed era così ad ogni latitudine.
Ma ripercorriamo un po’ la storia… si parte!
La pittura vascolare greca fu caratterizzata, in un primo periodo da linee bianche su fondo nero come a simboleggiare la vittoria della vita sulla morte; la scrittura latina associava il nero alla morte e alla sciagura, ed utilizzava diversi termini, alcuni indicavano esclusivamente il colore, altri avevano un valore figurato o simbolico: si usavano: niger= nero, scuro, anche di carnagione; ater= nero, atro, fosco, oscuro e, in senso figurato, funesto, triste; nigrans = torbido, ombroso; fuscus= fosco, scuro; tenebroso; rauco, cavernoso (di voce); e furvus= scuro, tenebroso, nero, fosco e, in senso figurato, funesto.
Così come per il nero, esistevano anche per il bianco molti termini: primo fra tutti albus= bianco splendente, imbiancato, luminoso, propizio e favorevole; candidus= bianco, candido, argenteo, insomma un bianco più nitido rispetto ad albus, e -in senso figurato- sincero, leale; canus= di capelli bianco, biancheggiante, canuto, argenteo, anche anziano e antico; niveus= nevoso, coperto di neve, candido o puro come la neve.
In egual modo, dall’altra parte del globo ritroviamo la teoria dello Yin e dello Yang nel Libro dei Mutamenti risalente al 700 a.C. dove lo yin viene rappresentato da una linea spezzata, mentre lo yang da una continua; però ci sono testimonianze che ci riportano sino al 1000 a.C.
La parte nera (Yin) rappresenta l’oscurità, la calma, il femminile; il bianco (Yang) al contrario rappresenta il sole, la luce, la mascolinità.
E via via così fino ai “nostri giorni”:
– La prima foto in assoluto e la prima foto in bianco e nero è del 1826 ad opera del francese J.N. Nièpce.
– La diarchia bianco-nero è stata ripresa da Coco Chanel nel 1919 con la creazione del profumo Chanel n°5: differentemente dai suoi contemporanei la confezione del profumo era una semplice bottiglietta da farmacia trasparente con attaccata su un’ etichetta minimale con fondo bianco e lettering nero (complice di questa scelta le storie d’infanzia vissute dalla couturier nella congregazione monacale del Sacro Cuore).
– L’optical Art o meglio conosciuta come Op Art, ha posto l’inizio della geometricità e dell’accostamento bianco e nero nell’arte: movimento di arte astratta, nato intorno agli anni sessanta, si è sviluppato negli anni settanta del Novecento. Ha vestito le nostre dive del Piper e della dolce vita romana.
– Nel 1978 Giorgio Armani ha aperto la strada all’idea per cui il “non colore” era espressione della versatilità, della moderazione e dell’eleganza.
Ancora oggi, il colore che racchiude in sé tutti i colori e il colore che pecca di colore, restano i nostri più forti alleati. Parafrasando il fotografo giornalista Ted Grant, il bianco e nero mostra agli spettatori l’anima.
Bianco e nero Sono la scintilla che riscalda chi è accanto e rende prezioso il minuto che regala, sono il pozzo acuminato che inghiotte fiducia e amore, che ringhia spaventato e odia e divora la luce. Il bianco e il nero sono la mia cornice. Niente di umano mi è estraneo. Il mondo che vedo è il mondo che ho dentro, la felicità e l'infelicità non mi vengono date, sono scritte nel mio animo, il gesto più difficile è perdonarmi. Sono io, dal gusto dolce-amaro, in una parola, umano. Sergio Basciu
Gallery con foto scattate da Antonietta Della Femina
Antonietta Della Femina
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