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Bella stella dimmi tu… non ti vedo da quaggiù

Secondo un recente studio scientifico sarà sempre più difficile ammirare le stelle del cielo: un bambino nato oggi, sotto 250 stelle, a diciotto anni ne vedrà soltanto 100.

Wikipedia definisce l’inquinamento luminoso come “l’effetto deleterio (nocivo e lesivo) delle luminarie artificiali urbane e suburbane, causato principalmente da una cattiva progettazione di illuminotecnica e dunque da uno sconsiderato abuso energetico”. 

Si tratta di un’alterazione che provoca danni ambientali, economici e che non fa altro che aumentare il problema già enorme del riscaldamento globale. Così, per promuovere la sensibilizzazione rispetto al tema dell’inquinamento luminoso è stata istituita una giornata di riflessione sull’argomento: in Italia, la Giornata Nazionale contro l’inquinamento luminoso cade il 17 ottobre di ogni anno.

In particolare, studi recenti hanno rilevato e segnalato un preoccupante peggioramento della situazione. Sulla rivista Science è stata pubblicata l’indagine condotta da un gruppo del German Research Centre for Geoscience, che ha analizzato dati derivati da 12 anni di osservazione, in oltre 19mila luoghi. A quanto pare, agli occhi degli scienziati emerge chiaramente che “le stelle meno luminose sono ormai nascoste a causa dell’aumento del 10% dell’inquinamento luminoso dovuto all’illuminazione artificiale”: il cielo stellato che conosciamo sta scomparendo.

È una tendenza sì spaventosa ed estremamente rapida, ma certamente non nuova e inaspettata. Gli astronomi sono da tempo ben consapevoli della pericolosità del fenomeno dell’inquinamento luminoso, così come della sua irreversibilità. Le nuove tecnologie con colori e frequenze che si diffondono facilmente non fanno che acuire questo processo. Ma diversi sono gli elementi che contribuiscono ad alimentare l’inquinamento in questione: banalmente, l’aumento della popolazione porta ad un aumento dell’illuminazione e, di conseguenza, del suddetto inquinamento. 

L’inquinamento luminoso non solo mette a rischio la possibilità la bellezza delle stelle di brillare nel cielo, ma comporta effetti indesiderati su più fronti. Per esempio, sappiamo che esso influenza il comportamento di alcuni animali notturni e sembra essere collegato ad una diminuzione della presenza di insetti. L’inquinamento luminoso è anche responsabile di alcuni disturbi del sonno e altre difficoltà umane e animali.

Secondo Christopher Kyba, coordinatore degli scienziati del German Research Centre for Geoscience, “il problema dell’inquinamento luminoso può essere mitigato in molti modi, per esempio migliorando la progettazione della direzione, dell’intensità e del tipo di illuminazione e prevedendo la possibilità di diminuire l’uso delle luci quando e dove queste non sono necessarie. È vero che non arriveremo mai a uno scenario in cui i cieli cittadini non siano illuminati di notte. Ma è ragionevole pensare che, con opportuni miglioramenti nell’illuminazione, anche chi vive in città con centinaia di migliaia di abitanti possa riuscire a vedere la Via Lattea semplicemente alzando gli occhi al cielo”.

Maria Paola Buonomo

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Maria Paola Buonomo

Laureata in Lettere Moderne, filologa in fieri, scrivo per sperimentare e accrescere il mio ego. Tra un esame e l’altro, mi cimento ai fornelli come piano b per il futuro (ma qual è il piano a?!). Sono una fastidiosissima ritardataria cronica, ma non è certo un difetto, anzi, è il mio punto forte: vivo con calma… Nel sangue mi scorre indecisione mista ad incoerenza. Il caos è il mio spirito guida. Rispetto la natura e ogni forma di vita, tranne gli esseri umani. Condivido il cuore con il mio cane.
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