Chevalière d’Éon, spia transgender alla corte di Francia
I fan di Lady Oscar saranno felici di sapere che alla corte di Francia di fine Settecento c’è davvero stata una donna transgender al servizio del re in qualità di diplomatica, spia e soldato. Grazie alla sua fisicità androgina, riusciva infatti a passare indisturbata dal campo di battaglia alle corti d’Europa sia come cavaliere che come dama d’onore.
Battezzata come Charles Geneviève Louis Auguste André Timothée d’Éon de Beaumont, e purtroppo divenuta nota col titolo maschile di Chevalier d’Éon, Charlotte – così viene chiamata dagli storici che rispettano la sua identità di genere – fu figura controversa per la sua presunta dualità, anche in relazione al suo ruolo alla corte di Luigi XV.
Cresciuta come uomo nella casa di famiglia in Borgogna, terminò gli studi in legge presso il Collège Mazarin nel 1749, dedicandosi prima al giornalismo politico, poi diventando assistente dell’amministratore del dipartimento fiscale di Parigi.
A ventotto anni si unì alla rete di spie del re chiamata Secret du Roi, e grazie al suo aspetto riuscì a infiltrarsi nella corte dell’imperatrice russa Elisabetta come donna, tramando con la fazione filo-francese contro la monarchia asburgica.
Tornata in Francia, divenne capitano dei dragoni sotto il maresciallo de Broglie e combatté nelle ultime fasi della Guerra dei Sette anni, ricevendo alla fine del conflitto l’Ordine di San Luigi e il suddetto appellativo di Chevalier d’Éon.
Purtroppo gli onori e i favori alla corte di Luigi XV durarono poco, e qualche anno dopo la guerra vide togliersi le pensioni ricevute per i suoi servigi di spia e soldato, inimicandosi anche diverse persone influenti con alcuni scritti poco lusinghieri.
Esiliata dalla Francia, si trasferì a Londra, e qui iniziarono diverse elucubrazioni sul suo sesso, già messo in discussione ai tempi del suo lavoro di spia. Charlotte, che viveva ormai la sua quotidianità come dama, dichiarò più volte di essere nata biologicamente donna ma di essere stata allevata come uomo per ereditare i possedimenti del padre. Tuttavia, si sottrasse a qualsiasi visita medica potesse appurare il contrario e dunque le voci non furono mai messe a tacere mentre era in vita.
Ottenuto il permesso di tornare in patria, le fu negato di partire per le Americhe per dare supporto ai rivoluzionari americani. Si occupò invece della pubblicazione del suo memoire, La Vie Militaire, politique, et privée de Mademoiselle d’Éon, una versione imbellettata della sua vita pubblica e privata. Con la Rivoluzione francese – al tempo era già tornata in Inghilterra – perse i possedimenti di famiglia e le poche rendite rimaste, perciò si diede ai tornei di scherma fino al 1796, anno in cui si infortunò.
Visse dunque gli ultimi anni della sua vita in estrema povertà, le sue condizioni di salute aggravate anche da una caduta che la costrinse a letto.
Alla sua morte, nel 1810, un medico esaminò il suo corpo per verificare le voci che l’avevano seguita in vita, accertando che pur avendo genitali maschili possedeva alcune rotondità sul seno e sui fianchi più congeniali a una donna.
Sul suo nome fu coniato il termine eonismo, oggi per fortuna in disuso, per descrivere la pratica da parte di uomini di travestirsi da donna.
Claudia Moschetti
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