Focus on Nobuyoshi Araki
Molti fotografi si sono cimentati nell’impresa della fotografia erotica, cercando di non valicare il confine tra arte e pornografia.
Mapplerthorpe è stato uno dei più grandi a cimentarsi in tale impresa in Occidente mentre in Oriente il primato spetta a Nobuyoshi Araki. Nobuyoshi Araki ha sempre seguito un filo conduttore all’interno della sua carriera: il sesso.
Nonostante sia stato accusato di oscenità, di pornografia e anche di molestie, Araki non si è mai allontanato dall’erotismo. Noto per i suoi reportage sull’industria del sesso giapponese, dedicò molti lavori al quartiere Shinjuko e alla sua zona a luci rosse, Kabukicho.
Tra i suoi segni distintivi c’è anche quello, oltre al fotografare nudi integrali, di legare le modelle attraverso la tecnica dello shibari.
Lo shibari è un’antica tecnica che consiste nel legare una persona in un contesto erotico. Trae le sue origini dall’ hojojutsu antica arte militare usata dai giapponesi per legare i nemici di guerra. Ad oggi rientra tra le pratiche del BDSM. In particolar modo, la tecnica utilizzata da Araki viene detta kinbaru- bi letteralmente ‹‹bellezza della schiavitù››.
Considerato uno degli artisti più proliferi del mondo fotografico, Araki ha pubblicato più di 350 libri e ha lavorato per riviste come «Playboy», «Deja-Vu» ed «Erotic Housewives ». Il suo lavoro più intimo e personale è però sicuramente Sentimental Journey, risalente al 1971 in cui racconta attraverso la fotografia la complicità sessuale tra sé e sua moglie Yoko. Yoko venne a mancare nel 1990 e i suoi ultimi giorni sono racchiusi nella raccolta Winter Journey.
Ma i guai per Araki sono arrivati nel 2017 quando, sull’onda del movimento #MeToo una delle sue modelle ha dichiarato di aver subito bullismo psicologico e maltrattamenti da parte dell’artista. Sembrerebbe noto, infatti, che Araki intrattenesse relazioni sessuali consenzienti con la maggior parte delle sue modelle. Il sesso era un modo per fotografare meglio il sesso.
Nonostante le numerose critiche, comunque, Araki è ancora oggi uno dei fotografi più apprezzati nonostante una buona fetta di fotografi consideri le sue opere più pornografiche che artistiche. Ma, come si dice sempre, dipende sempre da che prospettiva guardi le cose.
Maria Rosaria Corsino
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