Racconti a cazzo di cane: intervista a Matteo Manenti
Mi permetto di presentare lo scrittore, agricoltore e apicoltore genovese Matteo Manenti con la sua antologia di racconti dal titolo e dalla copertina esilarante, racconti a cazzo di cane.
E per saperne di più di questa raccolta di racconti, com’è nata e di cosa tratta, possiamo avere l’onore di chiederlo direttamente a Matteo Manenti.
Ciao Matteo, hai pubblicato questa antologia di racconti dal titolo e dalla copertina esilarante racconti a cazzo di cane, come è nata quest’opera?
‹‹Ciao Emilia, tutto è nato dalla voglia di far leggere anche i racconti più brevi. Amando scrivere piccole storie, in assenza di spazi/riviste adeguate ad accogliere questo tipo di varietà, ho preferito creare una mia raccolta per non tenerle nel cassetto a far la muffa.››
Leggendo il libro, ho trovato queste donne che sprigionano erotismo e vendetta con questi nomi epici: Calipso, Persea, Persefone e Circe. Posso pensare che ti piace la mitologia? Perché questi nomi e queste donne lussuriose e vendicative?
‹‹Dici bene, sono un discreto amante della mitologia, greca in primis. La scelta dei nomi ricade nei loro ruoli: Calipso, donna nostalgica, triste, in cerca di amore negato; Persea, donna violenta così come la sua controparte maschile da cui ho tratto il nome, Perseo, come tutti gli eroi greci del resto, tragici spietati e violenti; Persefone regina dell’Ade, così regina dell’albergo spettrale rappresentato nel racconto; Circe, vendicativa e dominatrice, divoratrice nel caso del racconto incluso nella raccolta.››
è corretto pensare che ogni racconto possiede un filo conduttore, chiamiamolo leitmotiv, ambientato in un futuro distopico? Cosa hai voluto dimostrare con questa ambientazione e con questa antologia?
‹‹Il filo conduttore, comune a tutte le storie, è la bassezza umana. L’esposizione di quanto può arrivare a inoltrarsi nell’egoismo, nella più totale assenza di moralità, la ferocia e la spietatezza. La dimostrazione di ciò che realmente l’essere umano abbia dentro nel suo più profondo e segreto Io, la parte più orrenda e celata della psiche.››
Voglio arrivare in questo punto però, perché hai scritto questi racconti a cazzo di cane, con queste scene raccapriccianti, umani che si accoppiano in una maniera assurda bestiale, mi riferisco al racconto “lo sciame”. Tu sei un agricoltore o mi sbaglio, ha un significato per te, questo racconto?
‹‹Sono anche agricoltore e apicoltore, esatto. Innegabile come il mio lavoro con le api abbia influito nel prendere la sfera apistica come base per la creazione di un mondo fantascientifico e bestiale, il cui punto è tuttavia sempre l’umano e la bestialità capace di compiere in preda ad avidità e ambizione.››
Non sei solo uno scrittore, ti occupi anche del canale, Sesso, arte e Tavernello, giusto? La sfera sessuale nei racconti è onnipresente, ma sono le donne a prendere il controllo, da quello che ho potuto leggere, come mai?
‹‹Sì, gestisco e scrivo anche su canali telegram tra cui quello menzionato. La sessualità è qualcosa che fa parte di noi, spesso nascosta ma è una parte molto marcata nella vita degli individui e tendo a portarla in risalto ed esporla, tanto per esorcizzarne il tabù quanto per mettere a disagio chi invece il tabù lo subisce pesantemente nel proprio essere. Su chi ha il controllo, non è una costante totale, basti pensare a “Malizia cardinalizia” , e così in ogni mio altro scritto, interno od esterno alla raccolta, reputo non vi siano differenze tra uomo e donna per tanto tendo a portare eventuali squilibri/equilibri in ambo le parti a seconda della funzionalità nella singola storia.››
Voglio arrivare a questa conclusione, dimmi Matteo, come mai il racconto ha quasi una fine, come dire, apocalittica? Mi riferisco però all’antologia sulla follia.
‹‹Una pre-fine potremmo dire, essendo non esattamente la conclusione, ma il crescendo c’è, dalle prime storie più “pacate” per così dire, si procede sempre più verso il torbido interiore, e più ci si addentra più è logico sprofondare anche nella follia più nera, arrivando solo dopo alla vaga e amarissima promessa di libertà con cui si chiude davvero la raccolta nel suo ultimo racconto.››
Matteo, dimmi, stai scrivendo in questo momento oppure hai in mente un altro libro da proporre al pubblico?
‹‹Al momento sono in stand-by con la scrittura, sto dedicando più tempo alle attività agricole già citate in precedenza che non letterarie. Ho due libri cominciati tempo fa, molto diversi fra loro ma non ho ancora programmato quando li completerò davvero. Mi limito solo a piccole poesie e pensieri divulgate sui canali citati prima. ››
Bene. Grazie Matteo per questa interessante intervista.
Emilia Pietropaolo
Leggi anche: Scienza alle femmine: intervista a Virginia Marchionni