Il reato di “ecocidio” sta per diventare realtà
Nella lista di crimini ambientali potrebbe essere inserito anche il reato di “ecocidio”: la decisione sarà presa tra pochi mesi in accordo tra il Consiglio europeo e la Commissione europea.
“Gli atti illeciti o sconsiderati commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità di causare danni gravi, diffusi o di lunga durata all’ambiente, causati da tali atti”: questa la definizione di ecocidio proposta dall’Independent Expert Panel (IEP) nel 2021, reato che a breve sarà riconosciuto dall’Unione Europea, diventando crimine punibile nelle diverse nazioni che la costituiscono.
Fino ad oggi i singoli stati si erano mossi con leggi e provvedimenti in maniera indipendente, senza ottenere risultati significativi. L’introduzione del reato di ecocidio in un testo giuridico vincolante rappresenterebbe una svolta storica, una via mai tentata prima, ma necessaria per tutelare il pianeta.
Saranno considerati trasgressori i colpevoli di versamenti di petrolio e prodotti chimici nelle acque, deforestazione, incendi boschivi, pesca indiscriminata, coltivazioni illecite che possono danneggiare e distruggere habitat naturali.
L’obiettivo è quello di rendere l’ecocidio un reato penale in tutto il mondo, il che non è così irraggiungibile come potrebbe apparire. Gli Stati Membri dell’UE, infatti, rappresentano ben il 40% degli stati firmatari della Corte penale internazionale. Inoltre, da una mossa come quella europea potrebbe scatenarsi una reazione a catena che avrebbe come esito il riconoscimento del reato di ecocidio a livello globale.
Jojo Metha, direttrice esecutiva della campagna Stop Ecocide International, da anni all’opera affinché il reato di ecocidio venga riconosciuto, ha commentato con entusiasmo la tanto attesa notizia: «è tempestivo e del tutto appropriato che il Parlamento europeo sostenga l’inclusione dei reati a livello di ecocidio nella revisione della direttiva sulla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale».
Maria Paola Buonomo
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