Eurovision 2023: la Svezia lascia il segno
Il 13 maggio si è conclusa la 67ª edizione dell’Eurovision Song Contest, l’annuale concorso canoro che scuote, divide e unisce l’Europa.
Il concorso quest’anno si è svolto presso la Liverpool Arena, nel Regno Unito, dopo che l’Ucraina, vincitrice dell’edizione precedente, che si era tenuta a Torino, ha dichiarato, a malincuore, ma come purtroppo ci si aspettava, di non poter ospitare il concorso. La causa è ancora una volta l’invasione russa.
Alla finale si sono presentati 26 paesi, selezionati durante la prima e la seconda semifinale, tenutesi nei giorni scorsi.
In aggiunta ai 20 paesi qualificati, 10 per ogni serata, c’erano i 5 finalisti assicurati, ovvero i Big Five, di cui fa parte anche l’Italia, con Francia, Germania, Regno Unito – in questa edizione anche paese ospitante – e Spagna, di cui i primi tre hanno collaborato alla fondazione della manifestazione canora nel 1957.
L’ultimo posto di diritto, che permetteva l’accesso alla gara, spettava all’Ucraina, vincitrice dell’edizione 2022 con il brano Stefania, della Kalush Orchestra, una canzone rap, cantata completamente in ucraino, dedicata alla figura della madre, descritta come tenera protettrice e custode dei suoi figli, simbolo di debolezza e forza allo stesso tempo.
Quest’anno a rappresentare l’Ucraina è stato il duetto TVORCHI, portando la canzone Heart of Steel, un tema di resistenza, che tratta la resilienza dello spirito e la voglia di combattere insita nell’essere umano, fatto di carne, desiderio di libertà, cuore e acciaio.
Nonostante quest’anno il paese non abbia vinto – non ancora – anche in questa occasione ha dimostrato di essere duro a morire e di non avere alcuna intenzione di mollare, nella speranza di un mondo migliore senza guerre né risentimenti, in cui tutti possano vivere finalmente liberi e in pace, come augurava John Lennon e come ha ribadito Mahmood ieri sera.
All’edizione, l’Italia ha partecipato con Marco Mengoni, vincitore dell’ultimo festival di Sanremo, con la canzone Due vite, sulla difficoltà delle relazioni, con gli altri e con sé stessi, nella costante ricerca di un equilibrio cedevole, incalzato dal tempo e dalle aspettative.
Pur non essendo tra le favorite, l’esibizione è stata tanto apprezzata da guadagnare il quarto posto.
Dodici punti ci hanno separato da Israele, sul podio, ma a noi va bene lo stesso.
Primo e secondo posto sono stati occupati da paesi freddi che, in questa edizione, hanno dimostrato una energia inaspettata e nuova, che ha lasciato senza fiato.
Medaglia d’argento per la Finlandia, con Käärijä e la sua Cha Cha Cha, una sfida di pugilato a colpi di note musicali ben assestate.
E primo posto, infine, per la Svezia, una delle candidate alla vittoria di quest’anno.
La cantante Loreen, nome d’arte di Zineb Nora Talhaoui, e il brano Tattoo, hanno avuto l’impatto che si sperava, permettendo all’artista di aggiudicarsi la medaglia d’oro.
La cantante e attivista politica, nata a Stoccolma, nel 1983, ha rappresentato il paese per la seconda volta, dopo la vittoria all’Eurovision 2012.
Oltre all’esibizione, a non lasciare il pubblico indifferente, sono state senza dubbio la sua vistosa e non comodissima manicure e la pettinatura in stile Avatar, che ha saputo portare con stile e grinta fin dalla semifinale.
Nel testo, Loreen descrive un amore tormentato e indelebile che, come un tatuaggio, le si è impresso nella pelle e non può essere cancellato. Come inchiostro, il dolore è dentro di lei, ormai penetrato così a fondo da rendere impossibile eliminarne le tracce.
Ci auguriamo possa essere così anche per la canzone vincitrice, e che il segno impresso lasci sua traccia a lungo.
Da buoni italiani, speriamo lo stesso per Marco.
Intanto, chiudiamo l’edizione e aspettiamo il prossimo anno, con appuntamento proprio in Svezia!
Stefania Malerba
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