Al di là dell’adrenalina: 5 sport più pericolosi al mondo
Ogni sport può essere pericoloso s’è praticato senza la dovuta attenzione e le giuste precauzioni, ma ci sono alcune discipline che sono così tanto estreme da essere considerate tra le più pericolose al mondo.
Infatti, questi sport non sono alla portata di tutti proprio perché vanno a sfidare molto il corpo e la mente della persona, mettendola sottopressione.
La prima incredibile disciplina di cui voglio parlare è il cave diving, vale a dire l’immersione in grotta, nel quale ci si immerge totalmente in acqua per andare alla ricerca di grotte, naturali o artificiali che siano.
Una lampada alimentata a batteria impedisce di far perdere o annegare nel vuoto colui o colei che si è tuffata in questa impresa, e per poter respirare si ha una quantità limitata di ossigeno nelle bombole.
Purtroppo, non sono mancate le morti di sommozzatori che cercavano di esplorare il complesso sistema di grotte sottomarine, facendo arrivare il numero a più di 500.
N’è un esempio il veterano subacqueo David Shaw, in Sudafrica, morto a 890 piedi di profondità nel tentativo di recuperare i resti di Deon Dreyer, deceduto in un’immersione 10 anni prima.
Dall’acqua ora ci spostiamo alla terra ferma…o meglio, all’aria perché vi vorrei parlare del base jumping.
È uno sport simile al paracadutismo ma molto più pericoloso!
Nel base jumping bisogna lanciarsi da rilievi naturali, edifici, torri e ponti a quote molto basse.
Chi pratica questo sport e si lancia da un’altezza di 150 metri, ha un tempo dai 10 ai 15 secondi per poter aprire il paracadute, che ha una forma speciale e viene indossato insieme a una sorta di tuta alare.
È uno sport così pericoloso che in alcuni paesi è stato dichiarato illegale.
Anche qui, alcune persone hanno purtroppo perso la vita: basti pensare che tra il 1981 e il 2018 ne sono decedute oltre 362.
Altra disciplina molto pericolosa è il creeking, conosciuto anche come steep creeking, e si tratta di un ibrido tra canoa, kayak e alpinismo.
Chi pratica questo sport deve affrontare ripide insenature montuose, i cui corsi d’acqua sono alimentati dalla neve che si scioglie lentamente a monte. È molto facile incontrare frane durante la discesa, e a differenza della canoa o del kayak, è richiesta un’attrezzatura extra che può comprendere sacche da lancio, imbottiture per gomiti, borse galleggianti e tante altre cose.
Non si sa quante morti ci possano essere all’interno del creeking, ma sappiamo solo che statisticamente aumentano di anno in anno.
Il prossimo sport di cui voglio parlarvi non è pericoloso solo per chi lo pratica, ma anche per la fauna locale a causa delle valanghe che potrebbe formare.
Mi riferisco allo heli skiing: si tratta dello sci fuori pista, nel quale la persona che lo pratica si precipita a velocità vertiginosa lungo pendii che possono raggiungere i 50 gradi di livello di pendenza e dislivelli di 6.000 piedi, servendosi di un elicottero per risalire la montagna.
Proprio per le valanghe che potrebbe formare, la sua pratica in Europa è stata delimitata a delle aree specifiche e chi pratica questa disciplina deve stare molto attento in quanto potrebbe essere travolto e rimanerne sepolto.
L’ultima disciplina di cui voglio parlarvi è il free solo climbing, un tipo di arrampicata in cui si utilizza solamente mani e piedi, rinunciando a corde, imbragature, e qualsiasi altro attrezzo di protezione!
I percorsi effettuati sono ben studiati dagli scalatori, in quanto si deve avere un’ottima conoscenza delle tecniche di alpinismo e bisogna possedere un altissimo grado di concentrazione perché ogni errore, anche il più piccolo, può essere fatale.
Su questo sport è stato prodotto un documentario, nel 2018, dal titolo “Free solo – sfida estrema” che racconta della scalata di Alex Honnold – arrampicatore e alpinista statunitense – sulla parete rocciosa del El Capitan, Parco nazionale di Yosemite.
Irene Ippolito
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