I segreti della soia
Negli ultimi tempi l’alimentazione vegana sta spopolando.
Per molti sembra ancora una cosa impossibile, ma si può vivere senza mangiare carne e derivati.
Diete sostenibili che aiutano il pianeta e proteggono gli animali.
La domanda più gettonata rimane: cosa mangiano i vegani?
A parte verdura e frutta, la fonte di proteine principale risiede nei legumi, in particolare nella soia.
Alimento demonizzato ed elogiato allo stesso tempo che, secondo molti, potrebbe migliorare la crisi climatica.
Scopriamo se è davvero così.
Iniziamo con la classificazione di questi cibo. Si tratta di un legume ed è utilizzato come alimento per l’uomo e gli animali, ma anche come fertilizzante.
Le sue origini risalgono a circa 3000 anni fa in Cina, dove veniva considerato tra i cibi principali proprio dall’imperatore Shennong. Venne coltivato poi in Corea, Giappone e Filippine.
Nel mondo europeo si presume sia arrivato intorno al 1800 per poi espandersi fino ad oggi dove viene prodotto per l’80% in Stati Uniti, Brasile e Argentina.
Con il boom dell’alimentazione vegana, la produzione della soia è salita notevolmente in quanto essa può apportare molte proteine in assenza di quelle della carne e derivati. Senza considerare che tantissimi cibi contengono soia aggiunta in produzione.
Questo legume presenta numerosi vantaggi.
È sicuramente ricco di ferro e potassio, molto digeribile e proteico.
Alcuni studi rilevarono una minore incidenza di tumore alla mammella e colon nelle popolazioni asiatiche che consumano maggiormente soia.
Il legume apporterebbe benefici abbassando i livelli di zucchero nel sangue e, quindi, al cuore stesso.
Ma c’è un lato oscuro della soia: gli OGM.
Data l’enorme produzione del legume, spesso i semi sono geneticamente modificati, per permettere la coltura intensiva del cibo.
Oltre ad essere nocivo per la salute di chi la ingerisce, rischia di apportare gravi danni alla biodiversità del pianeta, in particolare in America del Sud dove la foresta Amazzonica, già sfruttata ampiamente, potrebbe scomparire del tutto.
Quindi, tra mangime per gli animali e consumo umano, la produzione di soia è aumentata notevolmente impattando negativamente sull’ambiente.
Altro grave problema risiede nello sfruttamento dei lavoratori nelle piantagioni, che si trovano in condizioni disumane, e delle tribù indigene della zona le quali perdono gran parte delle loro terre.
La soia, alimento privilegiato da vegani e non, rischia di essere un grave problema per fauna e ambiente, considerando che l’80% è OGM e, per il fabbisogno totale, non basta quella coltivata in maniera biologica.
La soluzione? Purtroppo non c’è. Più sale la domanda di un alimento, più questo dovrà essere prodotto.
Beh, cerchiamo di comprare soia biologica e, magari, alternarla con altri cibi.
Martina Maiorano
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