Giovanni Boccaccio e “l’amor cortese” ischitano
Ischia, celebre isola del Golfo di Napoli, è stata decantata dai tantissimi poeti ed intellettuali che ne hanno esaltato le bellezze, sottolineandone il forte aspetto culturale e storico.
Tra i poeti più illustri, anche Giovanni Boccaccio ha scritto dell’isola verde, così com’è chiamata Ischia, trattandone all’interno di una delle sue opere principali: il Decamerone, scritto tra il 1349 ed il 1353.
Si tratta della sesta novella della quarta giornata del Decamerone, in cui Giovanni Boccaccio parla del rapimento, da parte di marinai siciliani, di Restituta Bulgaro, una bellissima giovinetta ischitana, che viene poi liberata dal suo giovane innamorato. Ricordiamo che molti ischitani sottolineano la presenza nella toponomastica siciliana del nome Ischia, ad esempio esiste un cortile che è detto degli “Ischisani”.
La novella di Giovanni Boccaccio, dà valore al forte legame che vi era tra Ischia e la Sicilia. Il poeta infatti, narra la storia di due giovani innamorati, disposti a qualunque cosa, per vivere il proprio amore; due giovani amanti vissuti tra Ischia e Procida e sopravvissuti ad un orribile destino.
Restituta era uno dei nomi più diffusi ad Ischia, essendone patrona. Gianni, originario di Procida, ogni giorno, si recava in barca per scorgere anche solo da lontano la sua amata Restituta, figlia del messer Marin Bolgaro: “Gianni la amava sopra la vita sua, ed ella lui”, scrisse Boccaccio.
In questo modo viene fuori quello che è definito ‘mare amoroso’, (interiore) di Boccaccio, utilizzato in ambito letterario per dare concretezza e per rappresentare, al di là del modello lirico canonico, una storia oltre al paesaggio.
La novella del Decameron, incentrata sulla bellezza napoletana diventa con quest’opera, caposaldo della letteratura italiana, un modus operandi, un trampolino di lancio per quello che diventerà poi un tassello fondamentale della produzione in prosa e in rima della produzione successiva.
L’ambientazione marina sperimentata accanto e in alternativa al consolidato locus amoenus della tradizione classica e romanza.Ricordiamo che le dieci giornate che compongono il Decameron sono introdotte da brevi riassunti o note, definite “rubriche”; proprio il termine rubrica, si attestò nella lingua italiana a partire dal XIV secolo ed è di derivazione latina.
Quando Giovanni Boccaccio scrisse il suo capolavoro, era finita l’epoca che aveva dato splendore a Palermo, considerata la più grande e la più bella metropoli del mondo contraddistinta da una vegetazione verdeggiante a delimitare la pianura e luoghi ricchi di delizie.
L’autore descrive le storie in prima persona, le novelle sono raccontate da dieci novellatori. Alla voce di Boccaccio si affiancano quelle dei novellatori. Nel caso della novella dedicata alla splendida isola d’Ischia, la narrazione è affidata a Pampinea, che nella sesta novella della quarta giornata del Decamerone, scrive: “Ischia è un’isola assai vicina di Napoli, nella quale fu già tra l’altre una giovinetta bella e lieta molto, il cui nome fu Restituta […] Quando ci si volse dall’altra parte, su dal mare in tumulto, si vide definita e chiara tutta la costa dell’Italia, da Miseno fino al Circeo, con le cime dei monti bianche di neve al sole. Era la stessa visione che aveva avuto Enea e anche Ulisse e si decise di fermarci”.
La sesta novella della quarta giornata del capolavoro boccacciano, identifica un vero e proprio “mito”, relativo alla tradizione antica alla quale l’autore italiano, si rifà, e si rivela di assoluta importanza per analizzare i propri sentimenti: una sinopia sulla quale disegnare il ritratto dei propri personaggi e della sua stessa figura poetica; Ischia rappresenta per Boccaccio, come egli stesso scriverà, un deposito di sentimenti e situazioni universali, che il poeta sceglie come simulacro per illustrare condizione e comportamenti umani, comuni a molti, tra questi nello specifico caso, l’amore.
La novella citata, in cui si parla dell’amore tra due ragazzi, richiama i valori della società del tempo, visti e descritti con occhi diversi, l’amor cortese, ma anche la libertà, la magnanimità, la bellezza interiore, l’astuzia e tanto altro ancora.
I nuclei tematici proseguono secondo leggi di contiguità ed opposizione, costruendo uno schema evolutivo graduale, richiamando la crescita culturale, sociale, artistica e le varie fasi che hanno caratterizzato il passato storico di Ischia, divenuta una vera e propria “perla”.
GERARDINA DI MASSA
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