Pensati Biancaneve!
Dopo i remake Disney live action di Il re Leone, Pinocchio e La Sirenetta, da pochi mesi nelle sale cinematografiche, è proprio Biancaneve il sequel che non poteva mancare.
Attenzione! Non più Biancaneve e i sette nani, ma proprio Biancaneve. Salutiamo la donzella ingenua e trotterellante che si occupava di accudire i nani al ritorno dal lavoro e aspettava inerme il principe azzurro, e vediamo cosa ci aspetta.
Il remake è previsto per il 2024, scritto e diretto da Greta Gerwig, 39 anni, regista del film Barbie, in uscita nelle sale italiane il 20 luglio, attesissimo da chi non ha paura nè del rosa shocking, nè delle novità.
Da poco avevamo assistito alla polemica per la “sirenetta nera”, interpretata dall’attrice afroamericana Halle Bailey, il cui aspetto fisico non sarebbe stato aderente alla fiaba danese, e non ci si stupisce che, anche nel caso di Biancaneve, il dibattito non si sia fatto attendere.
C’è chi rimane partitario della versione originale della fiaba scritta dai Fratelli Grimm nel 1937 e chi se ne distacca, apprezzando l’avvicinamento al politicamente corretto e la volontà di svecchiamento di racconti considerati antiquati e retrogradi.
La protagonista sarà interpretata dall’attrice e cantante Rachel Zegler, statutinense, di origine mista colombiana e polacca, convinta anche lei che una rimodernizzazione della storia fosse necessaria.
A suscitare lo sdegno della prima fazione sarebbe stata, comunque, una foto pubblicata dal tabloid britannico Daily Mail, che ritraeva Biancaneve, con mantello rosso e abito giallo e blu come tutti la conosciamo, circondata da un gruppo di creature magiche di ogni genere, stazza ed etnia.
E i nani? Nessun nano previsto!
Già nel 2022, quando si cominciava a parlare della possibilità del remake, Peter Dinklage, 54 anni e 1.35 di altezza, celebre per l’interpretazione di Tyrion Lannister in Game of Thrones, aveva criticato aspramente il modo di approcciare la disabilità che si manteneva nel film.
Mentre la società continua a evolvere e ci si vanta di voler offrire narrazioni nuove e prive di pregiudizi, i sette nani – di cui, a nominarli, ne manca sempre uno – continuavano a vivere in una grotta e a essere oggetto di scherno.
Per evitare di proporre, quindi, “una fottuta favola arretrata sui nani” – parola di Dinklage – la Disney ha dichiarato di essersi messa in contatto con diversi membri appartenenti alla comunità delle persone affette da nanismo e di voler aprire il cammino verso “un nuovo approccio alla storia“, privo di stereotipi, e di nani.
Gli allegri ometti del cartone animato, però, non sono stati gli unici uomini a scomparire. Nel remake, Biancaneve pare aver detto addio anche al principe, al suo cavallo e al sogno del vero amore. Il bacio non le serve più per svegliarsi dal sonno profondo della mela avvelenata, e le bastano la sua grinta e il suo coraggio per vincere la matrigna e scampare dal pericolo, questa volta a modo suo.
Una Biancaneve come non l’abbiamo mai vista, insomma, e come nessuno ce l’ha mai raccontata.
Ma d’altra parte, chi l’ha mai vista davvero Biancaneve?
Stefania Malerba
Leggi anche: Le agghiaccianti storie dietro le fiabe Disney