Forse non lo sai.
di Alessia Miranda
Ci immagino insieme preparare le valigie per un lungo viaggio.
Uno di quelli scelti per caso, per gioco.
Uno di quelli in cui apri l’atlante ed indichi alla cieca il primo luogo che ti capita,
o uno di quelli in cui ti sei già perso e vuoi che stavolta sia io a perdermi con te.
Ci immagino organizzare tutto nei minimi dettagli, con i tuoi vestiti essenziali e ben piegati e i miei ingombranti che non sono mai abbastanza.
Ti vedo già con il telefono tra le mani, mentre immortali ogni singolo momento di questa nostra partenza controcorrente ed io che ti lancio qualche calzino per farti smettere.
Ti immagino reggermi il gioco e, mentre fingi di cadere colpito sul letto portandoti le mani sul cuore, tirarmi giù con te e tutto quello che riusciamo a fare è semplicemente ridere.
Ridere come matti.
Ridere insieme senza smettere di tenerci per mano.
Ti immagino anche avvicinarti di scatto al mio viso e baciarmi poggiando l’altra mano sulla mia guancia.
Ed è nel preciso momento del tuo bacio che penso che ogni viaggio che si rispetti, dovrebbe iniziare e finire esattamente così.
Con te.
Ma tu questo non lo sai.
Ci immagino discutere per le numerose ragazze a cui tu dai corda senza malizia,
per la mia gelosia,
o per la tua snervante precisione in ogni singola cosa che fai.
Ci immagino in macchina, al ritorno dal lungo viaggio, mentre guardo fuori dal finestrino cercando di nascosto il tuo viso nel riflesso dello specchietto esterno, e tu che guidi fissando dritto davanti a te e spostando di tanto in tanto il tuo sguardo nella mia direzione.
Riesco a vederti anche senza guardarti.
Ti sento.
Vorrei stringerti forte, ma non trovo il coraggio di rompere quel silenzio assordante che ci avvolge.
Ci immagino cercarci distrattamente le mani quando alla radio passa in rassegna una canzone d’amore.
La nostra canzone.
Ci immagino accarezzarci le dita e guardarci in contemporanea, mentre sorridiamo portando lo sguardo davanti a noi, perdendoci nelle parole della canzone.
Ma tu questo, forse, non lo sai.
Ci immagino anche litigare.
Fare quelle discussioni che a me spaventano tanto,
quelle che, però, finiscono sempre con noi due che torniamo a riprenderci,
perché ogni nostro abbraccio dopo la tempesta, cancella ogni paura dipingendo sul mio viso l’abbozzo di un sorriso.
Un sorriso nuovo che sa di me e di te.
Ci immagino a discutere per il dentifricio spremuto dal centro,
per la spesa che uno di noi ha dimenticato di fare,
per i tuoi numerosi affetti personali che sistemi invadendo la mia mensola,
per il tuo ordine quasi maniacale che supera il mio,
e per i miei stralci di carta sparsi disordinatamente qua e là, tra i tuoi libri e le nostre fotografie.
Ci immagino sbuffare e portare gli occhi al cielo implorando a noi stessi di avere abbastanza pazienza per sopportarci a vicenda quando proprio ci sembra di aver raggiunto il limite.
Ci vedo dare di matto,
urlare come pazzi con le lacrime agli occhi,
la tua rabbia pacata e la mia fin troppo impulsiva,
dormire sul divano,
girare il nostro sguardo altrove per non guardarci la mattina dopo.
Ci vedo fare appello al nostro orgoglio per cercare di resistere fino alla fine,
per mantenere il punto di ciò che abbiamo detto,
per salutarci sostenuti senza iniziare discorsi che non termineremmo mai.
Immagino te che ti allontani e sbatti le mani contro il muro, arrabbiato con te stesso,
ed io chiusa in camera a ripensare alle mille frasi che avremmo potuto risparmiarci.
Ti immagino anche perdere le staffe e alzare il tono di voce come non hai mai fatto, mentre io scoppio in lacrime di fronte la certezza che quello che ho giurato di non lasciare scivolare, ora, invece, mi sta sfuggendo di mano come acqua tra le dita.
Ci vedo disperati, distrutti, persi.
Tu, seduto con le mani in testa, mentre sospiri pesantemente con gli occhi lucidi di lacrime che non usciranno mai,
ed io appoggiata al muro che cerco il coraggio per venire a stringerti forte, ma l’unica cosa che riesco a fare è rimanere a fissare la porta chiusa, mentre sento tremendamente la tua mancanza pur stando a pochi passi da te.
Ma tu, tutto questo, non lo sai.
Ma poi ci immagino fare pace.
Immagino te che esci dalla porta, sorpreso di trovarmi ancora lì ad aspettarti,
ed io che ti vengo incontro con l’aria di chi lo sapeva già.
Ci ritroviamo vicini,
faccia a faccia,
con gli sguardi stanchi e gli occhi gonfi, forse ancora arrabbiati, ma non così tanto da permettere di costruire altre barriere.
Le nostre parole sospese finiscono disperse nel rumore silenzioso dei nostri sorrisi che fanno capolino dopo nemmeno un minuto di silenzio.
Ci immagino cercarci goffamente,
con te che mi prendi la mano ed io che ti tiro a me stringendoti forte.
Ci immagino calpestare tutti i nostri cocci rotti pur di riprenderci,
pur di non permettere nemmeno più ad un filo d’aria di dividerci.
Ci immagino resistere ad ogni avversità,
essere più forti di tutto quello che potrebbe tenerci lontano,
vedere trionfare le nostre promesse e il nostro amore surreale, su cui nessuno aveva scommesso e che invece noi abbiamo sfidato contro ogni pronostico.
E abbiamo vinto.
E vinceremo.
Sempre.
Ma tu questo, ancora non lo sai.