Addio Giorgio Napolitano
L’ex presidente Giorgio Napolitano è morto oggi a Roma.
Aveva 98 anni.
Pochi minuti fa, è giunta la comunicazione ufficiale.
Accanto a lui, la moglie Clio Maria Bittoni e i due figli Giovanni e Giulio.
Non arriva inaspettata la notizia della morte dell’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che da tempo lottava contro problemi di salute dovuti all’avanzare degli anni. Già ricoverato nel 2018 e sottoposto a un intervento chirurgico per la dissezione dell’aorta, nel maggio dello scorso anno aveva subito un ulteriore ricovero, per un’operazione all’addome.
Se ne va con lui un pezzo della storia politica italiana degli ultimi decenni. E’ stato il primo Presidente della Repubblica a essere rieletto nel 2013 per un secondo mandato, invitato, quasi pregato, da numerosi membri di altri partiti a “restare”, per dare tempo alla politica nazionale di riorganizzarsi. La storia recente testimonia, però, che non si è trattato di un caso unico.
Prima membro del Partito Comunista Italiano, al fianco di Giorgio Amendola, successivamente avvicinatosi all’ideologia del socialismo europeo, fu un modello di autorità morale e compostezza, in Europa, oltre che nella vita politica del Paese, Rivestendo il ruolo di presidente della Camera, senatore a vita e, infine, undicesimo Presidente.
Napoletano di nascita, il Presidente emerito aveva assunto il suo primo incarico al Quirinale, il 15 maggio del 2006, anno in cui, oltre alla gioia della presidenza, arrivò anche la gioia per la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio di Berlino. “In tribuna tutti saltavano e ballavano, impazziti di gioia. E io, dentro di me, quando l’Italia ha vinto, ho fatto un salto altissimo”.
E così, attento e moderato, mantenne fino al gennaio 2015 l’impegno a guardare sempre all’interesse del Paese, verso il futuro, attraversando negli anni dei suoi mandati, la crisi economica e finanziaria, gli scandali, la corruzione e l’instabilità politica.
Oggi, Presidente emerito, ha fatto ancora un salto altissimo, ma questa volta per davvero. E noi la vogliamo ricordare così.
Stefania Malerba